Olimpiadi invernali 2026 Mellarini (Fisi) ricorda l'iter «Idea mia e di Ugo Rossi»
Nella giornata di festa per l’assegnazione, con i leghisti in prima file, è l’ex assessore allo Sport Tiziano Mellarini (ora presidente della Fisi trentina) a metterci il dito, per ricordare che «è un’idea che viene da lontano», e che insomma un po’ di merito ce l’ha anche lui, con la giunta sconfitta alle elezioni.
«Milano-Cortina, ma pure Trentino e le Dolomiti - è la precisazione che tiene ad evidenziare il presidente del Comitato Trentino Fisi, che (dice il suo comunicato stampa) - da assessore provinciale ha sempre puntato sull’evento a cinque cerchi, sognando di mettere in evidenza il marchio Dolomiti».
E adesso? «Noi come Fisi del Trentino cercheremo di far crescere i giovani sciatori a cinque cerchi, come è nel nostro dna. Siamo già partiti da alcuni mesi con un nuovo progetto di crescita dei futuri atleti degli sport invernali, allargando lo staff tecnico con nuovi allenatori ed ampliando le squadre agonistiche. Mi complimento con tutti coloro che hanno rappresentato il Trentino a Losanna. Un successo di squadra».
Mellarini però non rinuncia a ricordare i suoi meriti: come dice il comunicato della Fisi «da assessore al turismo e sport della Provincia autonoma di Trento, è da sempre stato fra i più attivi sostenitori del sogno Olimpico, che voleva abbinare al brand Dolomiti, convinto che sia una straordinaria opportunità per far crescere ulteriormente i nostri territori, in chiave sportiva, ma anche economica e sociale. In più occasioni durante il suo percorso politico ha promosso il progetto a cinque cerchi, con l’obiettivo di coinvolgere Trento, il Trentino e le Dolomiti».
«Molti sono stati i colloqui e i confronti – evidenza Mellarini - nel corso dei quali ho evidenziato lo straordinario patrimonio fatto di impianti di alto livello di cui il Trentino nel corso degli anni si è dotato, oltre alle capacità organizzative dimostrate negli ultimi decenni nell’organizzazione di numerosi eventi mondiali in molteplici discipline invernali. In ogni occasione ho ribadito come il territorio, per quanto riguarda il livello di viabilità, in particolare quello della Val di Fiemme, sia stato oggetto di importanti interventi di miglioramento, così come l’infrastruttura di rete in banda larga realizzata favorisce una rete articolata che connette tutte le valli con la dorsale principale. Ho sempre sostenuto che le Olimpiadi rappresentano un’occasione per un formidabile tam tam mediatico per promuovere il Trentino, creando curiosità e interesse attorno al nostro territorio, facendo conoscere piste e strutture all’avanguardia e la sua efficienza organizzativa, che riduce al minimo gli impatti ambientali, sociali ed economici».
Già nel 2009 - ricorda la sua nota - «Mellarini si fece promotore di un coinvolgimento del Trentino sia nei confronti dell’allora governatore provinciale Lorenzo Dellai sia al presidente del CONI nazionale Gianni Petrucci, ricevendone in entrambi i casi incoraggiamenti ad attivare il progetto. La candidatura per organizzare i Giochi Olimpici invernali fu quindi rilanciata da Mellarini, assieme all’Alto Adige, nel dicembre 2012 durante un Convegno sui giovani talenti dello sport, promosso dal Coni, e confermata da una lettera di intenti inviata al presidente Petrucci per ospitare in Regione una futura edizione dei Giochi».
Mellarini ricorda i suoi gioielli: l’organizzazione dei Campionati del Mondo di sci nordico «Fiemme 2013» e delle Universiadi invernali. Dice il comunicato Fisi: «Eventi che hanno confermato un’efficienza e competenza riconosciute a livello internazionale, grazie anche al coinvolgimento organizzato di migliaia di volontari, vero motore della nostra terra, sempre pronti ad affrontare nuove sfide. Un progetto, quindi, che parte da lontano e che vede varie tappe. Durante la presentazione alla stampa nazionale dei Campionati mondiali di sci nordico di Fiemme 2013 Mellarini ribadì il concetto che Trentino e Alto Adige avrebbero potuto candidarsi a ospitare le Olimpiadi del 2022 o 2026».
Poi il comunicato Fisi ricorda che «Il 17 marzo 2014, Mellarini annunciava la decisione, presa dopo il confronto con lo stesso Malagò, di presentare la candidatura della città di Trento per le Olimpiadi invernali 2026 (le regole prevedono infatti l’obbligo di designare una città e non una regione o una provincia). Il presidente della Fisi nazionale riconobbe che con le strutture già esistenti i costi sarebbero molto inferiori rispetto ad altre località.
Successivamente si aprì un’interessante novità che doveva coinvolgere anche Tirolo e in maniera più completa l’Euregio con Trentino, Alto Adige e la provincia austriaca di Innsbruck. Nel 2017 Mellarini, con il presidente della Giunta provinciale Ugo Rossi, iniziarono a tessere un progetto con i cugini altoatesini e tirolesi, che purtroppo non andò in porto a seguito del dietrofront di Innsbruck».
Il 27 giugno 2018 Mellarini ha partecipato a Venezia alla riunione del Comitato Strategico della candidatura nel corso del quale è stato presentato e condiviso il dossier Olimpiadi. All’incontro era presente il Veneto col governatore Luca Zaia e gli assessori allo sport e al turismo Cristiano Corazzari e Federico Caner, il sindaco di Cortina Gianpietro Gh edina, il presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin ecc. e l’Alto Adige con il responsabile del Dipartimento Marketing IDM Alto Adige Thomas Aichner su incarico del Presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatcher. «Nel corso della riunione - ricorda - sono stati approfonditi gli aspetti tecnici, sportivi, organizzativi e logistici della candidatura, che poi è stata presentata al governo Italiano e al Coni. Dietro al sogno olimpico trentino e dolomitico c’è dunque un significativo lavoro di sensibilizzazione da parte dell’ex assessore provinciale, che ora guida una federazione coinvolta in prima linea con i giochi a cinque cerchi, la FISI».
Mellarini però non ci spiega la cosa che sarebbe più interessante: perché, alla fine, la candidatura è «MIlano-Cortina» e nel nome non c’è il Trentino-Alto Adige.