Tortu vola sul tappeto blu
E così Filippo Tortu ha battezzato la nuova pista di Rovereto per far esplodere lo Stadio Quercia. Il ventunenne brianzolo si è regalato un ritorno alle gare vincente, dominando i 100 metri del Palio della Quercia in una serata oltremodo umida e con un fastidioso vento contrario, acuitosi proprio al momento della sfida più attesa della serata. Sia per la presenza del primatista italiano, sia per quella - proprio al suo fianco - della star giapponese Sani Brown, seguito da un nugolo di media nipponici, mai visti in riva all'Adige. Un metro e mezzo di vento contrario ed un tasso di umidità degno dell'Indonesia: condizioni non ideali ma che danno ancora più lustro al 10"21 del finanziere, uscito con un ampio sorriso e con molte certezze in più dopo un periodo piuttosto difficile. «Una delle mie migliori gare di sempre», ha confidato non appena ripreso fiato e dopo aver preso coscienza di essersi lasciato alle spalle lo stesso Brown (10"28) ed il figlio d'arte Cameron Burrell (10"37), erede del primatista mondiale degli anni ?90.
Tortu c'è, insomma: e con un mese ai Mondiali di Doha, c'è da essere ottimisti, con la possibilità di rivederlo all'opera tra un paio di settimane a Minsk nel confronto tra Europa e Stati Uniti, quando sfiderà il connazionale Marcell Jacobs, sin qui più veloce di lui in stagione.
Ne vedremo delle belle. E per uno strano intrecci di percorsi, la vittoria del SuperPippo dell'atletica italiana è coincisa con il concludersi del cammino dei due compagni di colori Claudio Michael Stecchi e Filippo Randazzo, a loro volta finanzieri e protagonisti di asta e lungo, con il fiorentino secondo a quota 5,72 che lo ripropone su elevati standard ad un mese dall'appuntamento di Doha. Discorso analogo per il catanese Randazzo: l'8,07 "pescato" a Rovereto vale il nuovo primato personale per il ventitreenne siciliano che resta invero ad una decina di centimetri dal minimo per Doha, ma con chance di poter crescere ulteriormente.
Importanti lampi azzurri sulla pista blu cielo di Rovereto e davanti ad un pubblico davvero numeroso e acceso: chiamiamolo effetto Tortu, se vogliamo.
D'accordo, la vittoria nei due concorsi è andata al belga Ben Broeders (5,72) e all'australiano Henry Frayne (8,11), ma è un discorso relativo, perché i due azzurri nella serata roveratana hanno dimostrato di essere spalla a spalla con i grandi. Vittoria invece è stata per Alessia Trost, iscritta a propria volta alla serata di gloria delle Fiamme Gialle (che la presenza del vicepresidente federale, generale Vincenzo Parrinello, abbia influito?) per trionfare nell'alto a quota 1,92 davanti all'ucraina Gerashenko (1,92 a propria volta ma più errori).
Lampi d'azzurro, si diceva. A regalare un lampo trentino ci ha invece pensato Isabel Mattuzzi che sulla sua pista e davanti al suo pubblico ha trovato lo spunto per migliorare i propri standard stagionali e scendere a 9'49"43 nella gara vinta dall'albanese Luiza Gega (9'26"73) che ha così regalato il debutto del proprio paese nell'Albo d'Oro del Palio. Per la roveretana Mattuzzi il minimo per Doha resta lontano, ma l'archeologa allieva di Dimitri Giordani resta in ballo per rientrare nei target numbers. Intanto le difficoltà degli scorsi mesi sembrano ormai alle spalle. E già questo è importante. Debutto faticoso invece per Nadia Battocletti: il primo approccio con le siepi ha detto 10'18"44. Diciamo che si parte da qui e non è assolutamente male; il futuro ci dirà cosa potrà fare la junior nonesa principessa d'Europa in questa disciplina.
È stato un Palio intrigante come poche altre volte. E' arrivato un record del meeting come il 13'11"08 del keniano Michael Kibet nei 5000 mentre l'atteso giro di pista è stato condizionato dall'umidità: 45'04 per Abubakar Abbas (l'atteso Bloomfield non si è spremuto, terzo in 45"74), un po' meglio la campionessa Stephanie MacPherson al femminile, 52"04 con l'azzurra della California GianCarla Trevisan quinta in 53"08. Ed a proposito di campionesse olimpiche, la statunitense Tori Bowie ha firmato il Palio come da previsioni, con un 11"42 magari non nobilissimo, ma di spessore considerate le condizioni.
Insomma, lo spettacolo non è macato, per queste e tante altre ragioni, ed il Palio è uscito vincitore da questo ritorno nel cuore della stagione. Perché un conto è proporsi quando tutto o quasi è alle spalle, con la tensione necessariamente allentata, un conto è affacciarsi nel firmamento dell'atletica ad un mese dal momento clou dell'annata, i Mondiali di Doha, con attenzione, tensione e occhi di tutti addosso. Il miracolo del Palio si è dunque rinnovato e Rovereto si è rivelata ancora una volta degna di essere tra le grandi città sede di Meeting Internazionali: onore all'Us Quercia Trentingrana, onore a Carlo Giordani che sa tenere in vita questo miracolo. E perdonate la ripetizione.