Una nuova Luna Rossa per portare all'Italia l'Americàs Cup
Per il varo di Luna Rossa si sono scomodati perfino il premier Giuseppe Conte, arrivato in tempo per un improvvisato tour a bordo, e quelli del calcio, come l’allenatore Rolando Maran e Nainggolan. Osservano incuriositi anche gli olimpionici Sofia Goggia e Gregorio Paltrinieri, fra gli ammiratori di una Luna Rossa che prima sorge, poi viene calata nel mare di Cagliari da una gru gigantesca. La nuova imbarcazione per sognare l’Americàs Cup è un siluro di 22,6 metri, nera col baffo rosso, capace di “volare” a 45 nodi sopra l’acqua poggiando solo sul timone e su una deriva.
Il primo contatto con l’acqua avviene in un pomeriggio di vento (leggero) e di sole, colmo di calore. C’è anche il centrale difensivo dell’Inter del “triplete” 2010, il colombiano Ivan Ramiro Cordoba, e tutti si chiedono cosa ci faccia nella base di Luna Rossa. «Lo avrà portato il Tronchetti Provera», dice uno del sailing team.
Il ceo di Luna Rossa, che rappresenta la Pirelli, ride di gusto; meno Miuccia Prada che, per infrangere la bottiglia di champagne sulla barca, si procura un taglio alla mano. E c’è già chi dice che si sia dissanguata.
È da certi particolari che si valuta un evento. Max Sirena, lo skipper di Luna Rossa, sospira con aria romantica: «Per me è come una figlia», dice, guardando la barca nuova di zecca.
La Luna nasce a ottobre, come nel 2012 ad Auckland, non mancano i lustrini e gli strombazzamenti degli aficionados che sognano l’arrembaggio vincente al Sacro Graal della vela. Mai la Coppa America, in 170 anni, è approdata in Italia per restarci; Luna Rossa prova a conquistarla da cinque sfide, ma senza fortuna.
Non è mai andata oltre la conquista del trofeo messo in palio fra gli sfidanti del detentore. I primi italiani a provarci furono Ricci e Pelaschier con Azzurra, nel 1983. I monoscafi volanti non erano nemmeno lontanamente ipotizzabili, mentre adesso il mix fra progettazione e tecnologia non sono prescindibili in una sfida di Coppa America.
Max Sirena, ex ragazzo di bottega della trionfale campagna del 2000, è tornato a casa dopo sette sfide vissute in ogni dove e con svariati ruoli, poi ci sono Vasco Vascotto e Pietro Sibello, ma non è stato deciso il nome del timoniere, tra il palermitano Francesco Bruni e l’asso australiano Jimmy Spithill, 39 anni, e un oceano di esperienza alla guida delle Formula 1 del mare. Patron Patrizio Bertelli parla di «Luna Rossa come Nazionale della vela», ma anche «della passione per questo progetto». «Negli anni ‘70 e negli ‘80 qualcuno si sarebbe meravigliato di fronte a una barca del genere - dice Mister Luna Rossa -. Americàs cup non per tutti, ma per pochi? Non penso sia un problema di risorse. Il problema casomai riguardava la parte dei sistemi e della progettazione. Diciamo che noi avevamo esperienza, come l’avevano anche gli inglesi e gli americani, oltre ai neozelandesi. E poi, c’è l’equipaggio: un mix di gioventù ed esperienza. La velocità è sempre un fatto relativo, ma in questo tipo di competizioni è sempre importante».
L’anno prossimo nascerà un’altra Luna Rossa, dotata ovviamente di foil e timone, volerà sull’acqua come si conviene a un’imbarcazione in carbonio della classe Ac75. L’obiettivo è uno solo: portare la coppa in Italia. Luna Rossa avrà il guidone del Circolo della Vela Sicilia di Palermo, presieduto da Agostino Randazzo, ieri presente a Cagliari. Tecnologia e team sono i segreti del successo in una sfida che è già cominciata e che si protrarrà attraverso l’appuntamento-prologo della prima serie della Prada Cup, in programma a Cagliari fra il 23 e il 26 aprile 2020.
Sarà quello il primo test in acqua fianco a fianco, in singolar tenzone, fra chi la coppa la sogna e chi vuole vincerla per davvero.