Il Milan all'ultima spiaggia sfida un Napoli in crisi: Pioli vuole il risultato
Vietato fallire è lo slogan di Milan-Napoli. Muovere una classifica da incubo (appesa sui muri degli spogliatoi) è la naturale priorità dei rossoneri e così l’affascinante pensiero di allenare Zlatan Ibrahimovic risulta troppo lontano all’orizzonte per smuovere Stefano Pioli, concentrato a fare punti domani contro gli azzurri ed evitare un tris consecutivo di sconfitte. Con un «presente troppo importante», in «un momento delicato da affrontare con consapevolezza e realismo», Pioli vuole che il Milan «dia il 200% di fronte a 60mila persone» e «riparta dalla prestazione contro la Juventus». Le difficoltà del Napoli, in crisi di risultati e con un ambiente arroventato dalla scelta dei giocatori di non rispettare il ritiro, non lo tranquillizzano.
Pioli si aspetta rivali «determinati» e «motivati» ma è sicuro che il Milan «non sarà da meno»: «Rispettiamo le loro qualità, sono attrezzati per la Champions e per vincere lo scudetto ma noi dobbiamo giocare da Milan e per il Milan. Faremo una partita seria, dovremo essere precisi, tecnicamente e tatticamente, propositivi e non passivi, attenti».
Nonostante le assenze degli squalificati Bennacer e Calhanoglu (sostituiti da Biglia e Bonaventura), Kessie appare nuovamente destinato alla panchina ma Pioli - dopo averlo escluso dai convocati con la Juventus - lo riaccoglie in gruppo, invitandolo però a mostrare un piglio diverso per riconquistarsi una maglia da titolare: «Voglio recuperarlo, è la mia intenzione avere tutti a disposizione. Kessie è tra gli ultimi ad essere rientrati dalle Nazionali ma ieri l’ho visto bene in allenamento. È normale sbagliare qualcosina, però poi dipende da loro avere gli atteggiamenti giusti e mettersi a disposizione». Pioli rivela a tal proposito di avere avuto «buoni segnali» nelle ultime settimane e si augura di trovare la gara con cui trovare la chiave di volta della stagione: la sua media punti (0.80) è inferiore a quella di Giampaolo (1.29).
Un alleato, paradossalmente, potrebbe essere stata la sosta, con ben dodici giocatori tornati rinfrancati dalle Nazionali e con quattro a segno: «Un allenatore preferisce ovviamente allenare la rosa al completo, ma i giocatori sono rientrati con un buon morale e in buone condizioni fisiche». E mentre Caldara domani giocherà con la Primavera per ritrovare ritmo «nelle gambe e nella testa», Piatek guiderà l’attacco rossonero dopo il gol con la Polonia: «È in crescita, più palloni sapremo mettere dentro l’area e più favoriremo le sue qualità». Sullo sfondo di un attacco che non ingrana resta la sagoma ingombrante di Ibrahimovic, la cui risposta sul futuro è attesa tra un paio di settimane.