Doro Wierer: «Dovessi darmi arie, prendetemi a legnate»
Dorothea Wierer vuole ripartire da zero. La Coppa del Mondo assoluta ed il titolo iridato nella mass start fanno parte del ricchissimo inverno passato, «sono alle spalle e già sabato non serviranno a nulla, nell’inizio della nuova stagione».
Ieri il decollo da Monaco di Baviera con direzione Stoccolma, da cui il team azzurro raggiungerà Oestersund, tornata dopo la pausa dello scorso anno ad ospitare l’opening del massimo circuito di Coppa del Mondo. Insomma, Doro Wierer e gli altri azzurri riprenderanno il cammino proprio sulle nevi che nel marzo scorso regalarono il nuovo record di medaglie, con la storica doppietta nella mass start firmata a poche ore di distanza dalla stessa ventinovenne di casa a Castello di Fiemme e da Dominik Windisch.
I magnifici quattro del Team Italia saranno di nuovo sotto i riflettori: Lisa Vittozzi, Lukas Hofer, lo stesso Windisch e naturalmente Doro.
«Lo scorso anno è stato magnifico, difficile immaginare una cosa simile prima di viverla. In mezzo però c’è stata un’estate intensa, anche dal punto di vista degli impegni mediatici e promozionali, ed ora è tempo di ricominciare, anche se le prime gare portano sempre con sè tutte le incertezze del caso».
Invero negli scorsi giorni c’è stato modo di affrontare un primo test, quasi a ranghi completi. Una decina di giorni fa a Sjusjoen, in Norvegia, il responso è stato chiaro: vittoria di Lisa Vittozzi nella sprint e pronta risposta ventiquattro ore dopo di Dorothea nella mass start, davanti alla tedesca Denise Hermann.
Come di consueto però la finanziera cerca di sminuire il proprio valore.
«Sono gare di preparazione, i valori non possono essere quelli di una gara di Coppa del Mondo perché dipende dal grado di impegno e di carico con cui ciascuna atleta si presenta. Di certo essere ancora davanti ha fatto bene al morale e contribuito a togliere qualche dubbio dalla testa».
Perché, a dispetto dall’apparenza, Doro Wierer non è la donna di ferro che può sembrare dall’esterno. Anzi, è - per certi versi incredibilmente - portata a dubitare di se stessa e necessita ogni tanto di queste riprove per ritrovare la tranquillità. Intanto però le prime gare stagionali hanno consentito di far debuttare il nuovo sponsor, la nota marca di bibite energetiche che così fa ritorno anche nel mondo del biathlon, dopo una breve (e non troppo fortunata) parentesi sulla fronte della bavarese Miriam Gossner, oggi mamma e signora Neureuther.
Il palmares di fatto non mente. Così come la capacità di colpire e attirare l’immaginario, degli addetti ai lavori e non solo. Grazie a lei, in primis, il biathlon in Italia sta raggiungendo vette di popolarità solo accarezzate anche nei fulgidi anni ‘90.
«Sicuramente l’attenzione nei confronti del biathlon è cresciuta molto e spero che possa crescere ancora: la notizia che la Rai trasmetterà i prossimi Mondiali di Anterselva è molto importante; sarebbe stato bello che coprisse anche la Coppa del Mondo, per dare ancora un maggior risalto alla specialità, ma dobbiamo accontentarci. E fortunatamente da questo punto di vista i commentatori di Eurosport (Dario Puppo e Massimiliano Ambesi) sono molto coinvolgenti».
Ecco, i Mondiali. A metà febbraio, appuntamento nella sua Anterselva.
«Sono lontani, almeno così voglio pensare: mancano due mesi e mezzo, c’è una stagione da iniziare. Naturalmente saranno un appuntamento molto importante e a cui tengo particolarmente, ma per arrivarci bene deve filare tutto liscio in queste settimane. Basterebbe un’influenza per rovinare tutto».
Per ora, i malanni di stagione l’hanno risparmiata, a differenza di molti autunni passati.
«Solo un paio di giorni di malessere durante l’ultimo raduno in Norvegia, ma nulla di che. Credo di essere in una condizione di forma soddisfacente, speriamo che le prime gare lo confermino.»
Wierer e Vittozzi, sarà ancora il duello dell’inverno?
«Sarebbe bello, siamo amiche, andiamo d’accordo ma possiamo duellare fino in fondo. Ci sono stati diversi ritiri come Dahlmeier, Kuzmina, Koukalova, ma attenzione a Denise Hermann che se trova una discreta continuità al poligono diventa davvero dura da battere».
Come è cambiata la vita di Dorothea Wierer dopo i fasti del 2019?
«Molti più impegni, per certi versi anche più stress. Ma ho dato precise indicazioni a mio marito Stefano e ai familari più stretti di prendermi a sonore bastonate se dovessi iniziare a darmi delle arie. Odio la gente che se la tira, voglio rimanere - nella sfera privata - quella di sempre».
Intanto tra i vantaggi di essere un’atleta top, ecco anche la partership con Heli Austria che all’occorrenza le mette a disposizione i propri mezzi per gli spostamenti.
«Che comodità: vengono a prendermi a Castello di Fiemme e mi portano in volo dove serve, sempre se le condizioni lo consentono. Niente traffico e relativo stress».
Tra un volo e l’altro dunque si riparte: sabato spazio alle due staffette miste, la classica e la formula sprint, quindi domenica le prime gare individuali, due sprint. Da Ostersund dunque riparte la caccia all’oro di Doro.