Itas, un 2019 fatto di alti e bassi
L'anno che sta per finire ha consegnato l'immagine di un'Itas a due volti, capace di mostrare verve e talento ma anche ostaggio di cali di tensione e rendimento. Una squadra che brilla come il sole nei momenti di grazia e però incapace di mantenere la sua lucentezza al sopraggiungere delle tenebre. È stata, soprattutto, vittima della spietatezza della Lube Civitanova che in quest'anno solare l'ha strapazzata in due semifinali: sia in coppa Italia che in campionato. Eppure gennaio era arrivato con i tifosi gialloblù che negli occhi avevano ancora il lampo polacco di Czestochowa e la vittoria del mondiale per club conquistato nel dicembre 2018. Proprio battendo la Lube. È stata l'ultima volta. Nel 2019 l'impresa non è più riuscita e per i trentini sono stati dolori. Cominciati subito, a inizio febbraio. Dopo la rotonda vittoria su Verona nei quarti, Trento per la semifinale si è ritrovata di fronte i marchigiani. E Civitanova ha cambiato volto: ha faticato, ha dovuto stringere i denti al tiebreak, ma alla fine l'ha spuntata con una discreta facilità (15-10). E da quel momento ha assunto lo stigma di invincibile. La partita simbolo di quest'Itas 2018 - bella e volubile, forte ma fragile, capace ma discontinua - è stata la finale di coppa Cev in Turchia contro il Galatasaray.
Per vincere quel trofeo i trentini avevano già fatto un bel passo avanti, vincendo in casa la gara d'andata per 3-0. Nell'occasione surclassarono gli avversari facendoli apparire una congrega di dopolavoristi. Ma quell'immagine era una proiezione distorta, destinata a rimodularsi solo pochi giorni dopo, nella sfida di ritorno. Quando i trentini sono scesi in campo a Istanbul, serque di fischi ne hanno minato nervi e concentrazione, cambiando la percezione dei valori in campo. Il Galatasaray si è così portato avanti due set a zero e ha fatto balenare i fantasmi di un'altra sconfitta in finale in questa coppa Cev che ormai a Trento qualcuno riteneva stregata dopo le sconfitte nel 2015 a Mosca e nel 2017 a Tours. Invece no: quando tutto pareva perduto, l'Itas - perfetto Giano bifronte - ha mutato profilo. Ha cominciato a giocare, a battere, a difendere. E ha spezzato il sogno dei turchi. Giannelli e compagni hanno rimontato i due set, dominando.
La vittoria della coppa Cev è stata anche il momento più alto dell'annata che ha portato nella bacheca di Trentino Volley il diciottesimo titolo della sua storia, l'unico di una certa importanza che ancora mancava. Poi però è tornata la Lube ad allungare la sua ombra sulle velleità dell'Itas. E il 25 aprile, a Civitanova, in gara 4 di semifinale con un secco 3-0 mise la pietra tombale sul campionato dei trentini. La stagione nuova è ripartita in autunno con la legittima ambizione di festeggiare il ventennale della storia della Trentino Volley in Serie A1. E, sperando anche in una partenza sprint, la società ha deciso di confermare il settetto di partenza dell'anno precedente. Però al primo confronto diretto che metteva in palio un trofeo - la supercoppa -, i trentini hanno dovuto fare i conti con l'esuberanza di Leon e Atanasijevic, perdendo già in semifinale contro Perugia. E, alla fine del girone d'andata, l'Itas ha chiuso al quinto posto, ben sotto alle aspettative della vigilia.
Passando alle statistiche, in questi dodici mesi il giocatore con più presenze è stato il libero Grebennikov (43) mentre il miglior realizzatore è risultato essere Vettori (557 punti in 41 partite). Il miglior muratore Lisinac (77 punti a muro) e il miglior battitore ancora Vettori con 57 ace. Per quanto riguarda poi le valutazioni, il giocatore nominato più volte miglior giocatore del match è stato Russell (nove volte). Per quanto riguarda i top individuali: Vettori ha il record di punti (27 in Itas-Monza 3-1 del 31 marzo), Giannelli invece quello dei muri: sette in Olympiacos-Itas 0-3 del 26 febbraio. Nel quadro, brilla l'imbattibilità europea durata tutto il 2019, con nove partite su nove vinte nelle coppe europee (sette in Cev, due in Champions). Dopodomani, il due gennaio, si ricomincia il lavoro. Il macigno che la squadra era riuscita a portare in cima alla vetta in occasione del mondiale per club 2018 e della coppa Cev 2019, è scivolato ed è tornato in fondo alla valle. Come un moderno Sisifo, all'Itas tocca tornare in basso a riprenderlo e lavorare duro per riportarlo su. Come scrisse Camus: bisogna immaginare Sisifo felice.