Rugby, Della Sala; «Serie B? Ci proviamo E poi la A con le donne»

di Guido Pasqualini

Il primo test sarà il più probante. Domenica prossima, alle 14.30 sul campo in sintetico di via Fersina, il Rugby Trento esordirà nella pool promozione di serie C1 affrontando il Botticino, la squadra prima classificata nella poule 2 del girone B con un bilancio di 8 vittorie, 1 pareggio e 1 sconfitta.
Si capiranno subito quali potranno essere le ambizioni della truppa di coach Massimo Soldani. Poi ci saranno i match, andata e ritorno, contro Calvisano, Fiumicello, Altovicentino, e Villadose.

Presidente Luca Della Sala, con quale spirito affrontate questa nuova esperienza?

«Incontreremo squadre fortissime, che ci daranno l'esatta dimensione di quello che stiamo facendo, ma non abbiamo paura di nessuno. Nella prima fase siamo partiti con poca esperienza e abbiamo perso tre partite per un solo punto. Poi abbiamo iniziato a imparare a starci in C1 e abbiamo vinto, conquistando l'obiettivo fondamentale della salvezza. Ora tutto ciò che arriva è in più, ma non ci poniamo limiti».

L'appetito vien mangiando...

«Diciamo che siamo consci del nostro valore: ci proveremo».

Non fa paura la serie B?

«Fa tanta paura. Ma affrontiamo tutto con grande tranquillità. Se dovessimo arrivare secondi ci scoccerebbe, sesti andrebbe bene lo stesso, ma se dovessimo vincere ci guarderemo in faccia a fine stagione e decideremmo cosa fare».

Nel giro di due anni un bel salto di qualità: quale il segreto?

«La coesione del gruppo. È una squadra fatta da un gruppo di ragazzi che rema dalla stessa parte. Sono cresciuti assieme nelle giovanili e, aiutati da qualche universitario, hanno seguito il lavoro degli allenatori, di Lorenzo "Toso" Rizzoli prima e di Massimo Soldani poi. Ormai giocano a memoria».

Sta pagando il lavoro nel vivaio.

«Senza quello non si va da nessuna parte. Ogni anno nella prima squadra arrivano nuovi giocatori dal settore giovanile. È stato così quest'anno, lo sarà l'anno prossimo».

La vostra di fatto è una squadra autarchica.

«E vogliamo rimanere rimanere tali. Prendere giocatori da fuori non porta a nulla. Il nostro obiettivo è il radicamento sul territorio. La prima squadra deve essere l'obiettivo di tutti i ragazzidelle giovanili, uno stimolo a impegnarsi e migliorare. Non potremo mai riuscirci se poi prendessimo "mercenari" per la prima squadra. Arrivarci deve essere motivo di orgoglio».

Al di là della serie C1, soddisfatto del lavoro fatto in questi anni?

«Soddisfattissimo. Abbiamo raggiunto i traguardi che ci eravamo prefissi, crescendo in modo uniforme, dall'Under 6 alla prima squadra. Il prossimo obiettivo è creare un gruppo femminile in grado di approdare in serie A».

Addirittura...

«Certo, proseguendo la collaborazione con Feltre, possiamo farcela. Abbiamo un gruppo di venti ragazze nelle giovanili, altre quindici-venti in prima squadra. Promettono bene, vogliamo arrivarci per gradi: serie B, A2 e poi il salto. Nel giro di un paio di anni possiamo farcela».

Enti pubblici e sponsor vi sono vicini?

«Gli enti pubblici sì, sul fronte imprenditoriale abbiamo un sacco di piccoli sponsor. Il problema in Trentino è la forte concorrenza. Siamo la provincia più sportiva d'Italia: c'è la pallavolo, il basket, il calcio... Stiamo lavorando per avvicinare altre aziende alla nostra realtà. E la serie B maschile, pur comportando maggiori costi, potrebbe offrirci maggiore visibilità. Intanto facciamo un passo alla volta, senza montarci la testa».

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