Bundesliga al via, Il calcio tenta la ripartenza
Trepidazione, curiosità, speranza: il mondo dello sport si appresta a fare il primo passo verso il ritorno alla normalità. E a fare da apripista non poteva che essere il calcio.
Dopo due mesi e più di bollettini, misure restrittive e timori, in una parte d’Europa - quella Germania a volte invidiata e spesso all’avanguardia - si tenta timidamente di superare l’emergenza sanitaria che ha tenuto e sta tenendo ancora in scacco quasi tutto il pianeta. È scoccata l’ora di rialzare la testa e il messaggio di riscatto è affidato alle 18 squadre della Bundesliga, che nel weekend torneranno in campo per quello che sarà il primo vero grande evento sportivo post-coronavirus.
Tante le limitazioni, certo: niente spettatori sugli spalti, mascherine per chi resta a bordocampo, strette di mano vietate, polizia fuori dagli stadi per evitare gli assembramenti, anche le esultanze dovranno cambiare. Ma da qualche parte si dovrà pur cominciare.
E ben vengano anche alcune nuove regole, come quella sulla cinque sostituzioni (ma da effettuare in un massimo di tre finestre) approvata dall’Ifab per andare incontro a calendari compressi e partite giocate al caldo.
L’Italia (fra molte polemiche) sta tentando di concludere la stagione, mentre la Francia (come Olanda e probabilmente Belgio e Scozia) ha chiuso il campionato in anticipo. Alcune società francesi hanno contestato la decisione perché vogliono un posto in Europa League. Nel momento dello stop il Psg era primo con distacco, il Marsiglia secondo, mentre le posizioni per l’Europa League non erano ancora definite.
L’Olanda ha designato Ajax e Alkmaar per la Champions, ma non ha assegnato lo scudetto. In Belgio era primo il Bruges, in Scozia il Celtic. Non tutti hanno accettato con serenità i verdetti «frizzati» al momento della sospensione. Nel resto dell’area Uefa, le Far Oer hanno già cominciato, l’Estonia lo farà il 19 maggio, l’Ungheria e la Repubblica Ceca il 23, la Danimarca il 28, Serbia, Croazia, Israele, Lituania a Montenegro il 30, l’Austria il 2 giugno, l’Albania il 3, il Portogallo il 4, Bulgaria e Islanda il 5, la Turchia il 12, la Norvegia il 16 e la Finlandia il primo luglio.
Salvo sorprese. Per i Paesi non citati, non ci sono ancora decisioni. Ovviamente molto dipenderà dalla posizione dei governi e dagli sviluppi che avrà la pandemia.
Dando un’occhiata anche fuori dall’Europa, l’Argentina è ferma, il Brasile quasi, il Giappone sta per bloccarsi.