Mvt- Il campione trentino Nuova sfida: Berlanda vs Parisi Votate il vostro atleta del cuore
Nuova sfida tra campioni del nostro sondaggio “Mvt - Il campione trentino di tutti i tempi”: oggi è tra la calciatrice Alice Parisi e il il campione di skiroll Alessio Berlanda.
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ALESSIO BERLANDA. Tre titoli mondiali e un argento in bacheca, propositi di ritiro più volte paventati ma a quasi 41 anni Alessio Berland ha ancora fame. È il campione di Villazzano il simbolo dello skiroll trentino nel panorama dello sport nostrano.
«Ho raggiunto un ottimo equilibrio tra famiglia (2 figli), lavoro (è dipendente A22) e allenamenti e allora mi son detto che ci sono ancora obiettivi da raggiungere. Ad esempio i Mondiali del 2021 che si terranno in Siberia. Ma attenzione, non per fare presenza: voglio la quinta medaglia o per lo meno un posto nella finale a quattro».
Se si può parlare di figlio d’arte, quello di Alessio Berlanda è un caso emblematico. Il padre Silvano (inutile dilungarsi sulle conquiste sportive) l’ha catechizzato sin da piccolo.
«Le prime gare sugli sci le avrò fatte a sei anni. Poi attorno ai 10 anni ho iniziato anche a giocare a calcio, nel Povo e a praticare mountain bike. Per un certo periodo il fondo e gli ski roll sono rimasti ai margini, ma la passione è tornata potentemente quando sono state definite le sprint di ski roll, attorno al 2005, e nel giro di pochi mesi ho conquistato l’azzurro e quindi nel 2007 il primo titolo iridato, in Croazia».
Il primo di tre.
«Sono stati tre momenti speciali, diversi ma ugualmente importanti. Il primo titolo è arrivato presto, quasi a sorpresa. Ma ritrovarsi due anni dopo a Roma ancora sul gradino più alto del podio ha significato altrettanto, perchè confermarsi non è mai semplice. Anzi, generalmente è più difficile che vincere. Il terzo mondiale è quindi arrivato nel 2013, in Germania: trionfare a quasi 34 anni mi ha fatto subito dire che in fondo non ero poi così vecchio. Due anni dopo in Val di Fiemme ho preso l’argento e come detto, ora cerco di farmi trovare pronto l’anno venturo. Per quest’anno credo che sarà dura gareggiare, anche se le sprint sarebbero piuttosto agevoli da allestire in sicurezza. Ma ci sono le problematiche relative al contorno».
Tra tanti successi, c’è stato posto anche per qualche rimpianto? «No, nessun rimpianto. Qualche gara poteva andare meglio? Sì, certo, ma fa parte del gioco. Ed in ogni giornata lo possono dire praticamente tutti, lo stesso vincitore. Quello che avevo in mente di raggiungere l’ho raggiunto quindi posso dire di andare avanti senza rimpianti».
Da alcune stagioni, Alessio collabora anche con il Comitato FISI Trentino nel tentativo di far crescere il mondo dello skiroll.
«Da quando il settore e entrato a far parte della Federsci, una manciata di anni fa, c’è sempre maggiore attenzione e supporto nei nostri confronti. La mia intenzione sarebbe quella di far crescere skirollisti puri, senza distogliere forze al fondo: è una disciplina a se stante, sicuramente utile per allenarsi in estate, ma comunque diversa dagli sci stretti. I principali specialisti in fondo fanno skiroll tutto l’anno, anche in inverno. Io stesso gli sci li uso pochissimo, se non per divertimento. Stiamo lavorando e qualcosa si sta muovendo anche a livello nazionale, con una squadra sempre più competitiva e corposa».
ALICE PARISI. Alice Parisi è senza dubbio la più forte calciatrice trentina della storia. Dopo gli inizi nelle squadre giovanili di Calcio Bleggio e Comano Fiavé, la classe ‘90 di Marazzone ha spiccato il volo passando da Trento, Bardolino, Tavagnacco e Firenze, con la costante della maglia azzurra. Spinta anche dalla passione di papà Giorgio (roccioso difensore e poi allenatore), Alice ha cominciato fin da subito a prendere a calci il pallone. Da quei primi tiri nel campetto sotto casa in poi è stato tutto un crescendo di successi: dalla promozione in A1 col Trento a 16 anni al titolo Europeo under 19 con tanto di gol decisivo in finale, dallo scudetto alla prima stagione con la maglia del Bardolino Verona sino all’altro tricolore conquistato con la Fiorentina e alla recente partecipazione al Mondiale, passando per diversi altri trofei e un premio individuale di «miglior giocatrice italiana» nel 2013.
«La vittoria dell’Europeo in Francia nel luglio 2008 fu davvero bellissima, ma forse lo scudetto conquistato con la Fiorentina è un traguardo che ho sentito più mio: l’ho vissuto con emozioni contrastanti perché la partita decisiva l’ho guardata dalla tribuna dopo l’infortunio più grave della mia vita...».
Senza quella maledetta frattura alla tibia rimediata nell’amichevole in Inghilerra nell’aprile 2017 come sarebbe potuta cambiare la sua carriera? «Sicuramente quell’evento ha condizionato la mia carriera, anche perché ero nel mio momento migliore. Non è stato semplice uscirne, non si trattava certo di un infortunio come altri: è diventato quindi un percorso personale più che un semplice recupero. Però non ho rimpianti, è andata così, ci ho fatto i conti e li sto facendo tutt’ora, ma sono contenta per come ne sono uscita, quella determinazione ha dimostrato come il calcio sia la mia vita e continuerà ad esserlo fino a quando ci riuscirò».
Ha qualche sogno irrealizzato?
«Un’esperienza fuori dall’Italia è l’unica cosa che un po’ mi manca: sarebbe stata un’esperienza di vita, ma mi rinfranca comunque il fatto che in questi anni tante straniere sono venute in Italia e sono quindi riuscita ad imparare qualcosa da loro».
Progetti per il futuro?
«Visto il momento è difficile pensare ad un futuro dal punto di vista individuale. Il calcio femminile era in un momento di crescita, sicuramente questa emergenza rischia di rallentare un bel percorso. Spero che presto possiamo tornare ad allenarci e a giocare, in questo momento l’essere «ibride», ovvero dilettanti sulla carta ma professioniste di fatto, ci penalizza molto».
Come è cambiato il calcio femminile?
«Quando ero una ragazzina, se volevo fare qualcosa in più dovevo cercarmi una palestra, ora ci sono più strutture: il calcio femminile sta diventando più simile a quello maschile anche a livello atletico, quindi è importante lavorare in un certo modo già da giovani».
Pratica altri sport?
«Se avessi il tempo... in questa quarantena mi sono divertita ad allenarmi in maniera alternativa e ora mi sto godendo la montagna: mi piace lo sport a 360 gradi».
Tabellone parte sinistra
Tabellone parte destra