Da ex cestista a portiere del Calisio, le sfide di Alessandro Naidon
Dopo il rigore parato a Timpone della Rotaliana, il giovane di Cognola non vede l’ora di sfidare Ivan Devigili dell'Aquila Trento
MARTIGNANO. Se in Promozione il Calisio ha un punto in classifica anche se la casella delle reti fatte riporta lo zero, buona parte del merito è di un ex cestista. Alessandro Naidon (fratello di Lorenzo, campione italiano di decathlon), portiere grigiorosso che compirà 20 anni alla vigilia di Natale, ai tempi delle elementari giocava infatti a basket.
Poi un infortunio alla mano e un colpo alla testa durante un match con la palla a spicchi, e i mondiali del 2014 vinti dalla Germania di un maiuscolo Manuel Neuer hanno cambiato la storia sportiva del ragazzo di Cognola.
«Mi sono innamorato del calcio durante quei mondiali, grazie a Neuer - racconta Naidon - e conoscendo già diversi giocatori e dirigenti del Calisio, mi sono dato al pallone. Per qualche mese ho fatto l'esterno d'attacco sul campo di via Ponte Alto, ma ho ben presto preso la strada della porta».
Una scelta che rifarebbe?
«Assolutamente sì. La passione per il basket la coltivo comunque nelle partitelle al campetto con gli amici, mentre il calcio mi sta dando molto, quindi non tornerei indietro».
E domenica una grande prova in Promozione, con diversi interventi e un rigore parato a Timpone della Rotaliana. È stata una prodezza figlia dell'istinto o sapeva dove avrebbe potuto tirare?
«Per me è stato il primo rigore subìto in prima squadra, e sono contento di averlo parato. Spesso capita che, quando si ha di fronte qualche rigorista noto, arrivino consigli sulla possibile conclusione in base agli ultimi rigori tirati. Domenica non è andata così, ho battezzato l'angolo alla mia sinistra e penso di aver fatto una bella parata: la palla viaggiava a mezz'altezza, che è quella che più favorisce i portieri, ma era anche angolata, quindi è servito un bel tuffo».
Questa è una stagione speciale per lei, la prima da titolare.
«Sì, lo scorso anno giocavo nella juniores e ho accettato di fare il secondo ad Andrea Folgheraiter perché sapevo che da lui avrei potuto imparare molto. A causa di un suo infortunio ho avuto qualche possibilità di mettermi in mostra già durante lo scorso campionato, poi a maggio il direttore sportivo Emanuele Mazza e la società mi hanno fatto capire che avrebbero puntato su di me. Un attestato di stima che mi ha fatto molto piacere».
Quali le prospettive per il campionato?
«Non mi piace fare pronostici, preferisco far parlare il campo. Però siamo un bel gruppo, con diversi giovani e qualche elemento di esperienza che può farci crescere. Secondo me possiamo inserirci nel trenino delle prime, compiendo un bel salto di qualità dopo il campionato scorso nel quale abbiamo viaggiato qualche passo più indietro rispetto alle migliori».
Quali gli attaccanti avversari che teme di più?
«Non vedo l'ora di sfidare Ivan Devigili dell'Aquila Trento, che ha un anno meno di me. Lo scorso anno non ho giocato contro di lui, ma ci ha fatto quattro gol in due partite... Tra quelli che ho incrociato, invece, mi ha impressionato Claudio Barbetti del Lavis, che ho avuto difronte la scorsa primavera in Coppa Dao Conad: quando prende palla in area, fa sempre gol».