Il ciclismo di Cesare Benedetti: «Ho ancora tanta voglia di fare fatica»
Il classe 1987 grestano, autentica bandiera della Bora-Hansgrothe, si appresta a vivere la quindicesima stagione tra i professionisti: «Quando mi hanno detto che non parteciperò a nessun Grande Giro ho sofferto un po'. Il mio calendario gare sarà comunque ottimo: farò il Tour of the Alps e cercherò di insegnare qualcosa ai giovani»
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TRENTO.Dopo l'addio al ciclismo su strada di Daniel Oss, suo coetaneo ma nato otto mesi prima, Cesare Benedetti nel 2024 sarà il più esperto (non si dica vecchio, visto l'entusiasmo che ancora riesce a mettere in sella) dei professionisti trentini in gruppo.
Il classe 1987 originario di Ronzo Chienis si appresta a vivere la sua quindicesima stagione da professionista e l'affronterà ancora con la maglia della Bora-Hansgrohe, quello che è stato il suo team (ex NetApp) fin dall'inizio della carriera. Benedetti è attualmente a Maiorca in ritiro, già focalizzato sui primi impegni agonistici della prossima stagione, che per lui sarà priva di grandi gare a tappe.
«Quando me l'hanno detto ho sofferto un po' - spiega il grestano, che ora difende i colori della Polonia, lui che è sposato con la ex ciclista polacca Dorota Gregorowicz - ovviamente dispiace, ma mi sono confrontato con Gasparotto, il mio direttore sportivo di riferimento in squadra. Mi ha spiegato i motivi, che capisco, e mi ha comunque presentato un calendario di tutto rispetto. Avrò molte giornate di gara e pochi periodi di stacco. Ci saranno tante occasioni per prendersi delle belle soddisfazioni».
Il 2024 di Benedetti si aprirà a fine gennaio con il Saudi Tour, poi ci sarà l'Uae Tour in febbraio. «Non correrò il rischio di congelarmi, come accaduto altre volte in passato - commenta con un sorriso la bandiera della Bora Hansgrohe - poi farò la Milano-Torino, il Giro di Catalogna e anche il Tour of the Alps. Da quando non si chiama più Giro del Trentino, non vi avevo mai partecipato e quindi sono contento di provare questa nuova esperienza. Parteciperò anche al Giro di Romandia, al Gp di Francoforte, poi al Giro di Ungheria in maggio e al Giro di Svizzera in giugno. Non posso certo lamentarmi».
Prima di pensare a quel che sarà, non può mancare uno sguardo a quel che è stato il 2023. «Il bilancio personale è buono. La frattura alla clavicola patita alla Milano-Sanremo rischiava di complicare le cose, ma ho reagito bene, sia di fisicamente che di testa, e così sono riuscito a presentarmi al Giro d'Italia con una condizione soddisfacente. Proprio al Giro ho vissuto una delle giornate più belle della mia carriera, transitando in fuga dalla mia Ronzo Chienis. Sotto il profilo emotivo, penso sia stata la giornata più bella della mia vita da corridore».
Con che stimoli affronterà la nuova annata agonistica?
«Gli stimoli non mi sono mai mancati. Mi piace quello che faccio e ho ancora voglia di fare fatica. Nonostante l'età che avanza, cerco di migliorare, adeguandomi a certi aspetti del ciclismo moderno, come l'attenzione maniacale all'alimentazione. Una volta si guardava solamente il peso corporeo, ci si focalizzava sulla quantità di quel che si mangiava. Ora le cose sono cambiate: si sta attenti al consumo di carboidrati per mantenere un buon bilanciamento, favorire il recupero e avere le giuste energie in corsa. Un tempo ti sentivi dire "basta mangiare", ora a volte fai fatica a finire quel che hai nel piatto».
Si mangia di più, dunque.
«Si mangia di più perché i ritmi si sono alzati. Una volta, in corsa, si mangiava un panino al prosciutto nella prima parte, poi si passava a quello alla marmellata, quindi alla barretta e nel finale ai gel. Era un crescendo di zuccheri, diciamo. Ora c'è anche chi parte e arriva con i gel. Si mangia di più in allenamento, nella fase di recupero, poi la sera si adatta il tutto a seconda delle esigenze. Panini non se ne vedono più, ma solo barrette e gel. Si beve anche poca acqua. Nelle borracce vengono messi fino a 80 grammi di carboidrati: è come mangiare un piatto di pasta. I corridori vivono con la bilancia al tavolo. Sanno quanti grammi di carboidrati devono assumere e si regolano così».
Benedetti ha vinto una tappa del Giro d'Italia, nel 2019 a Pinerolo, e ha vinto la corsa rosa da compagno di squadra con Hindley nel 2022. Ha ancora qualche sogno da realizzare?
«Vincere la Milano-Sanremo con la squadra. Ci provammo con Sagan, purtroppo senza esito. È sempre stato un mio chiodo fisso, ma quest'anno non sarò al via».
Il grestano è l'uomo squadra per eccellenza della Bora-Hansgrohe.
«Spero che i nuovi giovani arrivati nel team abbiano voglia di ascoltare e di portar via qualcosa di quello che posso dare loro. Una delle più belle soddisfazioni che ho avuto a livello personale, me la sono presa al Giro 2022, vinto con Hindley. Andai dal giovane Patrick Gamper e gli feci i complimenti per quello che aveva fatto nelle tre settimane di gara. Mi disse "quello che ho fatto l'ho imparato da te". Fu gratificante sentirmi dire quelle parole».
Benedetti ora gareggia per la Polonia.
«Ho fatto tre esperienze con la nazionale polacca. Non ha i mezzi economici di altre squadre, ma nello staff c'è gente competente e si respira una bella atmosfera. Nel 2024 ci saranno le Olimpiadi e la Polonia avrà un solo posto, che dovrebbe andare a Kwiatkowski. Il Mondiale penso sia troppo duro per me, magari potrei partecipare al campionato europeo».
Alla Bora-Hansgrohe è arrivato il vincitore del Giro d'Italia 2023 Primoz Roglic.
«Punterà al podio al Tour de France, un obiettivo mai raggiunto dalla Bora-Hansgrohe. Penso che la sua presenza favorirà la crescita di tutto il gruppo e, soprattutto, di chi vivrà l'avventura francese al suo fianco».
Il 2024 potrebbe non essere l'ultimo anno in gruppo per Benedetti.
«Mi piacerebbe correre anche nel 2025 - conclude il grestano - vedremo se la squadra sarà d'accordo».