Morte di Pantani, i familiari contro l'archiviazione del processo per la terza inchiesta dal 2004 a oggi
Nel mirino le affermazioni dello spacciatore Miradossa, che disse : «Marco è stato ucciso» perché cercava la verità sui fatti di Madonna di Campiglio. Ma davanti ai giudici il testimone ha ritrattato
ANNIVERSARIO Vent'anni fa moriva Pantani
RIMINI. I legali della famiglia di Marco Pantani hanno presentato opposizione all'archiviazione della Procura di Rimini, chiedendo nuovi interrogatori di eventuali testimoni. L'archiviazione è stata chiesta per la terza indagine sulla morte del campione di ciclismo avvenuta il 14 febbraio del 2004 in una stanza del residence 'Le Rose' di Rimini.
Coordinata dal procuratore Elisabetta Melotti e dal sostituto Luca Bertuzzi, la nuova e corposa inchiesta ha visto numerosi interrogatori di quelle che si ritengono essere tutte le possibili persone informate dei fatti, sentite ancora una volta, comprese quante erano entrate nella vicenda anche solo marginalmente.
"Se e quando arriverà una richiesta di archiviazione, ne valuteremo le motivazioni e decideremo se varrà la pena fare opposizione. Da quanto sappiamo, in questi anni la Procura ha indagato a fondo seguendo anche i nuovi indizi e le nuove tracce che abbiamo fornito per conto della famiglia Pantani", aveva detto l'avvocato Fiorenzo Alessi che rappresenta i genitori di Marco Pantani. Valutazione evidentemente riformata in quanto lo stesso legale avrebbe chiesto alla Procura, nell'opposizione all'archiviazione, di interrogare i medici che avevano in cura Pantani per valutare la quantità dei farmaci assunti; ed ancora di mettere a confronto alcuni dei coinvolti a iniziare da Fabio Miradossa, che patteggiò nel 2005 una pena per spaccio.
Lo stesso Miradossa che non avrebbe confermato agli inquirenti della terza indagine ciò che disse alla commissione antimafia ossia: "Marco è stato ucciso, l'ho conosciuto 5-6 mesi prima che morisse e di certo non mi è sembrata una persona che si voleva uccidere. Era perennemente alla ricerca della verità sui fatti di Madonna di Campiglio, ha sempre detto che non si era dopato".
Ora la parola passerà al giudice, che dovrà quindi esprimersi dopo aver fissato un'udienza sulla richiesta di archiviazione. L'archiviazione del 2016, stabilita dal gip Vinicio Cantarini, aveva retto fino in Cassazione che aveva respinto definitivamente ricorso dei legali della famiglia Pantani.