Sinner, dalle marachelle in paese al tetto del mondo: «Ma il successo non mi ha cambiato»
Jannik si è raccontato a tutto tondo a Sky, dagli scherzi con gli amici con il citofono del vicino ai trionfi negli Slam
BOLZANO. Dalle scorribande con gli amici per le strade di Sesto Pusteria, combinando qualche marachella, al trono di numero 1 del mondo del tennis. Jannik Sinner si è raccontato a tutto tondo in una lunga intervista concessa a Sky Sport. Più che di una semplice intervista si tratta in realtà di una vera e propria produzione di Sky Sport, dal titolo “Jannik oltre il tennis, Sinner si racconta”, nella quale il campione azzurro dialoga con il direttore dell’emittente, Federico Ferri. Eccone alcuni passaggi.
Gli scherzi con gli amici
«A Sesto sono passato a casa di un vicino. Quando eravamo piccoli, insieme ai miei amici andavamo a suonare lì e correvamo via, ma un giorno ci ha beccati. Questo signore oggi ha 85 anni e mi ha detto: mi ricordo ancora di quando venivate a suonare. Sono proprio queste le cose belle che mi danno la forza per continuare».
Il ritorno a casa
«Sono veramente pochi i gironi a casa durante l’anno. Ci vado solo 3 o 4 volte l’anno, per vedere i genitori e i nonni. Non sai mai come va a finire. Quando vedo le montagne, le strade che conosco, le piste, allora mi sento a casa. Mi sento libero, perché tutte le persone mi conoscono non per quello che sono ora ma per come ero prima».
Il successo
«Come persona non sono mai cambiato, il successo non mi ha cambiato e non ha cambiato come tratto le persone davanti a me, quelle che incontro. Quello che cambia è che ho un po' meno tempo libero. Perché io sono una persona che dedica tutto il suo tempo al lavoro. Quindi dipende da me. Se domani voglio andare a casa posso anche andarci, ma non voglio perché la mia carriera è iniziata quando a 13 anni e mezzo sono andato via di casa. Ora ho 23 anni e sono arrivato al punto che ho sempre sognato: diventare il numero uno».
Il futuro
«Gli Slam sono e saranno sempre i tornei più prestigiosi per me. Ho avuto un momento difficile: non giocare le Olimpiadi che per me erano un obiettivo fondamentale. Ora c'è la Coppa Davis. Futuro? Sarà difficile fare meglio di quest'anno, ma vediamo cosa riusciamo a fare».