In un anno scoperti 200 pedofili on line
Quasi duecento pedofili scoperti in internet nel 2011 dalla Polizia Postale di Trento, impegnata a contrastare uno dei fenomeni più preoccupanti. Le indagini sulla circolazione di foto e filmati che mostrano minorenni costretti a subire abusi sessuali o ritratti nudi e in particolari situazioni, portano a galla un mercato illegale in aumento. Ben 164 persone sono state denunciate per avere condiviso file pedopornografici, mentre 17 sono gli indagati per detenzione e commercializzazione di materiale dello stesso genere.
Un lavoro senza tregua, 365 giorni all'anno per rendere sempre più sicuro il mondo virtuale. Il 2011 è stato davvero impegnativo per la Polizia Postale del Trentino Alto Adige, diretta dal vice questore aggiunto Tiziana Pagnozzi . Se infatti aumentano da un lato i sistemi di protezione per internet, dall'altro purtroppo, la folta schiera di malintenzionati che si nascondono in rete, cambia continuamente le proprie abitudini e riesce a trovare nuovi sistemi per adescare e ingannare i cittadini navigatori, riuscendo sempre più anche a raggirare i minori.
Fortunatamente fino ad oggi nel nostro territorio non sono stati rilevati siti internet pedopornografici collegati a server italiani, ma questo non vuol dire che il problema non sia presente anche qui: non mancano infatti le pagine messe in rete da server esteri, soprattutto dall'est Europa.
Le indagini portate avanti dalla Polizia Postale di Trento sulla circolazione di foto e filmati che mostrano soggetti al di sotto dei 18 anni costretti a subire abusi sessuali oppure ritratti nudi ed in particolari situazioni, portano a galla un vero e proprio «mercato» illegale che aumenta sempre più.
L'anno scorso il lavoro del reparto diretto dal vice questore Pagnozzi ha portato alla denuncia di ben 164 persone per «file sharing» e cioè la condivisione di file pedopornografici, mentre 17 soggetti sono stati indagati per la detenzione e la commercializzazione di materiale dello stesso genere. L'attività ha portato anche all'arresto di una persona per il reato di produzione di materiale pornografico riguardante minori.
«In Italia - ci ha spiegato l'ispettore capo Renzo Ferrai , responsabile del settore operativo della Polizia Postale - ad essere sviluppata non è tanto la produzione di materiale pedopornografico ma soprattutto l'attività di scambio e di condivisione in internet».
Una vera e propria «tribù», quella dei pedofili, che si aggira nella rete, nelle chat e nelle community di ogni tipo, oltre che per cercare minori indifesi, anche per condividere le foto e il gusto dell'orrore.
Proprio lo scorso anno sono state denunciate 10 persone per la condivisione di materiale attraverso le chat. Purtroppo, spiegano i funzionari, ad essere oggetto di questo mercato sono bambini sempre più giovani. L'età a cui puntano i pedofili negli ultimi anni, si è sempre più abbassata e si aggira sui 9-10 anni.
Veri e propri professionisti della psicologia che riescono a creare un rapporto talmente morboso con il minore da non permettergli più di sfuggire. Accanto a questo a crescere è anche la qualità delle foto sempre più vivide e violente come è stato sottolineato dall'ultimo rapporto Unicef sui siti pedopornografici presenti in rete.
Tra le operazioni svolte vi è anche quella del monitoraggio dei siti internet. Sono stati 118 gli spazi virtuali controllati dalla Polizia perché ritenuti luoghi di attività illegali a danno dei minori. Un dato significativo per capire, almeno in parte, l'enormità di questo mercato è quello riferito alla memoria virtuale occupata e scoperta dagli agenti di polizia. Siamo arrivati a 803 mila e 500 gigabyte, pari ad un'enormità di foto e filmati pedopornografici sequestrati nel 2011 da un'attività di indagine partita da Trento e che ha riguardato tutto il territorio nazionale.