Dalla luna allo Chardonnay  l’avventura partita da Brez

Ha compiuto 87 anni Romeo Zuech, il tecnico trentino che brevettò le leghe speciali per la missione Apollo. «Umile e sempre voglioso di imparare», rammentano gli amici. «Quando veniva in Italia (ora non viene più perché ha problemi a camminare), visitava molte cantine per aggiornarsi»

di Giuliano Beltrami

zuechVAL DI NON - 28 febbraio 2013: compie 87 anni Romeo Zuech . «Vorremmo raccontare la storia di questo personaggio, che ha portato in alto il nome del Trentino, e da noi nessuno lo sa». A parlare sono quattro amici ( Basilio Mosca , già sindaco di Pieve di Bono, Marco Bronzini , giudicariese trapiantato a Rovereto, Lele Corradini e Lino Zanotelli da Bolzano) uniti da una unica, vera, grande passione: il coro della Sat. Ed è la stessa passione di Romeo, uomo che nella vita ha trovato due Americhe.


Nasce a Brez, in val di Non, paese che come tanti in quell'epoca conta molti emigranti verso la «Merica». Il papà di Romeo, invece, la sua America la individua più vicino: appena una quarantina di chilometri, oltre la Mendola, a Bolzano, dove porta la famiglia e sviluppa il suo lavoro di commerciante, mentre il figlio si diploma perito meccanico all'Istituto tecnico Galilei e subito dopo (è il 1946) viene assunto alla Lancia. Non ci rimarrà molto: nel 1950 trova la sua seconda America, quella vera. Grazie al richiamo di un parente segue le tracce di decine di migliaia di trentini, nel ventre di una nave e nello scompartimento di un treno, fino a Chicago.


Qui trova posto come caporeparto in una fonderia, la «Foreman National Malleable & Steel Casting», nel settore dei trattamenti termici. Ma rimarrà poco anche qua: solo fino al 1953, che per Romeo Zuech rappresenta l'anno della doppia svolta. Prima sposa Margaret , cittadina americana di origine italiana; dalla loro unione nasceranno due gemelle: Maria e Sofia . Poi trova lavoro alla «North American Aviation», a Rocketdyne, in Conaga Park, un distretto nella San Fernando Valley, a nord-ovest di Los Angeles, California. Tre anni dopo, nel 1956, supera gli esami di Stato per diventare ingegnere metallurgico.


Siamo nel pieno della «Guerra Fredda», e fra Stati Uniti ed Unione Sovietica si ingaggia la lotta per la conquista dello spazio. Se il primo round è vinto dai russi, con lanci ad effetto (dalla cagnetta Laika a Juri Gagarin), alla lunga gli States avranno la vittoria in mano con l'ammaraggio del 1969 sulla luna. E di questo evento storico diventa protagonista anche Romeo Zuech, che riceverà una lettera di encomio nientemeno che da Wernher von Braun , il mago di origine tedesca del programma Apollo. Uomo di spirito l'ingegner Zuech. Lo ricordano gli amici, quando raccontava: «Sono orgoglioso, perché 'n mona de trentin de Brez l'à aidà a rivar sula luna».


Nel centro di ricerca in cui lavorava Zuech si costruivano per conto della NASA motori per i razzi dei primi missili. «A Romeo - raccontano gli amici - riuscì di inventare la lega, contemporaneamente iper leggera e super resistente, capace di affrontare le alte temperature create dall'attrito dell'altissima velocità. Conseguì ben tre brevetti vincenti, ancora oggi i migliori a livello internazionale».


Che sia una lega importante lo certifica Marco Bronzini, al quale Romeo ha regalato un pistone della macchina guidata da Mario Andretti quando vinse la 500 miglia di Indianapolis. E racconta con gioia le visite fatte con tre amici del coro della Sat a Romeo nel 1966 e nel 1969. Nel 1972 Zuech fu scelto tra 1.100 colleghi come ingegnere dell'anno degli Stati Uniti (premio Leonardo Da Vinci), con replica nel 1979. Nel 1982 Romeo Zuech lascia l'Aerospace Industry e scende dalla luna alla terra per la sua terza vita: infatti decide di dedicarsi alla viticoltura. Ci sono persone che qualsiasi cosa facciano riescono ad eccellere.

 

Così, dopo le leghe speciali per il programma Apollo e per Armstrong , Aldrin e Collins , Romeo si butta nella produzione di vini pregiati sulle colline di Piedra Creeck, a San Louis Obispo, in California. Chardonnay, Pinot nero e Zinfandel produce nella sua fattoria. Ma non sa resistere al richiamo della terra d'origine. E così aggiunge il Teroldego ed il Lagrein, la migliore espressione dei vini della nostra regione, cui Romeo Zuech (nonostante abbia fatto fortuna in America) è rimasto affezionato. Non per niente quando stava bene non mancava di tornare ogni anno, almeno finché è vissuta sua madre, scomparsa poco prima di varcare la soglia del secolo di vita. «Umile e sempre voglioso di imparare», rammentano gli amici. «Quando veniva in Italia (ora non viene più perché ha problemi a camminare), visitava molte cantine per aggiornarsi».

 

Buon compleanno ingegner Zuech, e grazie!

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