Cambia gestore, linee ko «Senza telefono chiudo»
L'idea era solo quella di tagliare i costi di telefonia, più di mille euro al mese per quattro linee e l'Adsl in wi-fi. La connessione internet, per un hotel, è un servizio obbligato. Soprattutto se si punta tanto sul turismo business, come nel caso dell'hotel Flora a Rovereto. Quindi, quando un rappresentante della «Optima Italia» ha presentato l'opportunità di risparmiare più della metà della spesa mensile lasciando la Telecom per la multiutility con sede a Napoli, il titolare dell'albergo in via Abetone Antonio Nassi ha accettato
L'idea era solo quella di tagliare i costi di telefonia, più di mille euro al mese per quattro linee e l'Adsl in wi-fi. La connessione internet, per un hotel, è un servizio obbligato. Soprattutto se si punta tanto sul turismo business, come nel caso dell'hotel Flora a Rovereto. Quindi, quando un rappresentante della «Optima Italia» ha presentato l'opportunità di risparmiare più della metà della spesa mensile lasciando la Telecom per la multiutility con sede a Napoli, il titolare dell'albergo in via Abetone Antonio Nassi ha accettato. Non prima, però, di farsi assicurare che il passaggio dall'ex monopolista pubblico alla società di servizi partenopea non avrebbe comportato, neppure per qualche ora, la sospensione delle linee. «Per la mia attività - spiega - avere telefono, fax e sito funzionanti è fondamentale».
Il 7 marzo scorso quindi la firma al contratto di passaggio alla Optima. «Da quel giorno in poi, nessuna notizia - racconta Nassi - né dalla Optima, né dalla Telecom». La calma apparente scompare all'imporvviso il 29 aprile scorso, quando le linee del Flora di colpo risultano mute. Nassi chiama subito col suo cellulare la Telecom. Gli spiegano che le linee telefoniche dell'albergo sono «trasmigrate ad altro operatore» e che «le ragioni del disservizio non sono ascrivibili alla Telecom». Neanche la successiva telefonata al rappresentante della Optima in Trentino risolve la situazione. «Le risposte date - scrive il legale di Nassi in una lettera inviata alla sede centrale della Optima - sono apparse, da subito, fortemente evasive e, comunque, del tutto inidonee rispetto al servizio lamentato». Le due telefonate sono state, purtroppo per Nassi, solo l'inizio del calvario. Dal 29 aprile fino a ieri, sei maggio, la situazione non si è normalizzata. E cambi di rotta all'orizzonte non ce ne sono. «Sono furente e disperato allo stesso tempo - racconta Nassi -, ho già perso decine di clienti e di occasioni, sto tutto il giorno al cellulare per chiamare chi ha già prenotato per dirottare sul mio telefonino tutto il lavoro dell'albergo. Ma chi chiama il Flora e sente che il numero non è attivo si fa l'idea che abbiamo chiuso bottega. Alcuni, dai fornitori ai clienti abituali, passano di persona a vedere cosa è successo, ma la maggior parte semplicemente si rivolge ad altri alberghi. Ho 12 persone a libro paga, io e mia moglie lavoriamo senza sosta per non chiudere e far fronte a questa crisi. Non è giusto subire un danno del genere. Io non so che cosa sia successo sul piano tecnico alle mie linee telefoniche, mi chiedo solo se sia possibile, in un periodo come questo, che un imprenditore debba subire anche questi danni».
Il caso di Nassi non è isolato. Decine le testimonianze (sul web ci sono interi siti dedicati) di chi, privato cittadino o imprenditore, ha subito l'«oscuramento» telefonico al momento di tentare il passaggio da Telecom ad altro operatore. A Rovereto un altro esercizio commerciale, la pizzeria Celeste di via Benacense, aveva denunciato mesi fa la stessa situazione. Telefoni muti e affari azzerati per il braccio di ferro tra due operatori telefonici.
«Il caso del Flora è purtroppo frequente - spiega Enrico Paissan, presidente del Corecom (comitato provinciale per le comunicazioni) del Trentino -. In Provincia sappiamo di circa 600 richieste di conciliazioni all'anno, tra privati cittadini ed imprese. Un numero inferiore quindi a quelle che devono essere le vere dimensioni del fenomeno». L'associazione dei consumatori «Federconsumatori», come spiega il presidente provinciale Pasquale De Matthaeis, si è occupata di una ventina di casi nella sola Rovereto. La crisi ha oltretutto amplificato la portata della dinamica. In periodo precrisi erano in tanti a preferire ingoiare il rospo piuttosto che imbarcarsi in una controversia legale con i colossi della telefonia. Oggi, soprattutto tra i privati, un danno di anche sole 200 euro non è ignorabile. E così le vertenze davanti al giudice o al Corecom si moltiplicano.