Burli: «Errato tagliare i fondi alla ricerca»
È di ieri la notizia, pubblicata su queste pagine, del corposo taglio ai finanziamenti che la Provincia concede alla Fondazione Mach. Per il 2014, piazza Dante ha deciso una decurtazione al contributo per la ricerca: si passa da 22,4 a 20 milioni di euro. Il segretario della Cgil, Paolo Burli, interviene criticamente sulla scelta
TRENTO - È di ieri la notizia, pubblicata su queste pagine, del corposo taglio ai finanziamenti che la Provincia concede alla Fondazione Mach. Per il 2014, piazza Dante ha deciso una decurtazione al contributo per la ricerca: si passa da 22,4 a 20 milioni di euro. Oggi il segretario della Cgil, Paolo Burli, interviene criticamente sulla scelta. «Gli investimenti in ricerca e innovazione sono da sempre il fiore all'occhiello del Trentino. Grazie all'autonomia e a una classe dirigente lungimirante, fin dagli anni 60, il Trentino decise di sostenere la ricerca grazie al varo dell'Istituto trentino di cultura, da cui nacque l'Università di Trento, e lo sviluppo dell'Istituto agrario di San Michele all'Adige.
A questi istituti, ora fondazioni Kessler e Mach, si sono aggiunte altre realtà portando gli investimenti in ricerca e sviluppo a quasi il 2% del prodotto interno lordo. Questi investimenti, che l'Europa ci chiede di incrementare e che in altri paesi, per esempio la vicina Austria, raggiungono già il 3% del Pil, rappresentano un valore aggiunto per la nostra terra. Per questo, anche nella piattaforma provinciale di Cgil Cisl Uil, in discussione nei prossimi mesi tra le lavoratrici ed i lavoratori, si ribadisce la necessità di mantenere inalterate le risorse pubbliche per gli investimenti in ricerca e innovazione, mettendo al bando i tagli lineari che rappresentano solo la tomba della politica perché, in nome dell'equilibrio di bilancio, non rendono trasparente dove si verificano gli sprechi e dove servono nuove risorse.
La vicenda della Fondazione Mach e della ricerca in generale sono emblematiche. Non si possono tagliare risorse a realtà che garantiscono al Trentino prestigio internazionale e qualificazione del tessuto imprenditoriale. Il presidente Rossi e l'assessora Ferrari rivedano quindi la propria posizione e garantiscano stanziamenti almeno pari al 2% del Pil ogni anno. Proceda pure la Giunta ad una revisione della spesa che verifichi dove, nel comparto della ricerca, gli investimenti sono stati fruttuosi e dove invece sono risultati inefficaci e provveda a stornare le risorse dove si crede che queste diano più benefici per lo sviluppo della nostra terra. Ma questo deve avvenire aumentando, se possibile, gli stanziamenti in ricerca fino a quelli della vicina Austria, per esempio, e non tagliando in un settore che rappresenta le fondamenta su cui costruire, anche per l'avvenire, il benessere sociale ed economico dell'Autonomia».