Innovazione trentina: la guida è il telefonino
Anche nel campo della sanità l’elettronica e le tecnologie possono essere di grande aiuto. Sia dal punto di vista del paziente sia da quello dell’operatore. Portare una persona da casa fino alla porta dell’ambulatorio o dello specialista, oppure di tenere sotto controllo un malato ricoverato bisognoso di particolare attenzione o ancora di sapere con una precisione al centimetro dove si trova un’apparecchiatura utile, sarà possibile grazie a un comune smartphone. La collaborazione tra la Fondazione Bruno Kessler, l’Apss e Trilogis (azienda di Rovereto specializzata in tecnologie innovative nell’ambito dei dati geografici) ha consentito l’avvio di una serie di progetti pilota finanziati dall’Unione europea.
Il sistema MEPI (Medical Equipment Profiling and Identification system) consente di localizzare gli strumenti e soprattutto di profilarli ed è già in fase di sperimentazione nel reparto di neonatologia.
Ma non finisce qui. «iLocate» (indoor/outdoor LOCation and Asset management Through open gEodata), è una sorta di navigatore e geolocalizzatore insieme: il primo ambito di sperimentazione sarà la creazione di un percorso clinico, nel quale il paziente prenota una visita attraverso il Cup e il sistema automaticamente manderà una notifica con orari e luoghi. Nel giorno fissato, come un navigatore, lo guiderà dalla porta di casa a quella dell’ospedale. Unico requisito, fondamentale, è avere uno smartphone. Inoltre, una volta che il paziente arriverà in ospedale, il sistema provvederà a fare il “check in” in automatico e notificherà all’infermiera che la persona attesa è arrivata.
Una novità riguarderà anche la gestione delle barelle e delle sedie a rotelle, che saranno dotate di “QR code” e di tag: nel momento in cui la sedia a rotelle esce dal reparto, scatta l’allerta. La sperimentazione partirà da giugno 2015 e durerà un anno.
Infine la residenza sanitaria per anziani San Bartolomeo di Trento e l’ospedale riabilitativo Villa Rosa di Pergine Valsugana sono al centro della sperimentazione di geo-fencing , cioè di recinzioni informatiche virtuali, che hanno come obiettivo permettere al paziente che necessita di un’attenzione particolare , come una persona colpita di Alzheimer o da deficit cognitivo, di stare in sicurezza.