Scompare il segnale di Cassini Addio alla sonda dei record
È scomparso il segnale della sonda Cassini. Da questo momento è definitivamente interrotta ogni comunicazione con la sonda, ormai in balìa delle nubi e dei venti di Saturno, durante la sua discesa nell’atmosfera.
La sonda Cassini aveva iniziato la sua discesa nell’atmosfera di Saturno oltre ottanta minuti fa (tanto infatti impiega il segnale a raggiungere la Terra). In quel momento i suoi propulsori sono passati dal 10% al 100% della potenza e la sonda si è disintegrata dopo meno di un minuto bruciando a contatto con l’atmosfera: 83 minuti dopo la Terra ha ricevuto il suo ultimo segnale.
L’addio della sonda Cassini è avvenuto a 20 anni dal suo lancio e a 13 anni dalle sue incredibili corse fra le lune e gli splendidi anelli di Saturno.
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La manovra è stata seguita in diretta dalle tre agenzie spaziali e dall'Italia insieme da Asi ed Esa, nell'evento organizzato presso l'Asi, che prevede collegamenti con il centro di controllo della missione presso il Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa e con il Sardinia Radio Telescope (Srt) che sarà in ascolto degli ultimi segnali della sonda.
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Il tuffo di Cassini nell’atmosfera di Saturno, che porterà alla distruzione della sonda è l’ultimo della lunga serie cominciata nell’aprile 2017, quando Cassini ha cominciato una serie di acrobazie nel sistema degli anelli.
La manovra finale è stata voluta e decisa proprio in virtù delle eccezionali scoperte fatte dalla missione, che ha inviato sulla Terra le immagini dei monti e dei fiumi di idrocarburi della più grande luna di Saturno, Titano, e i dati che indicano che i ghiacci di un’altra luna, Encelado, nascondono un oceano che potrebbe ospitare la vita. Distruggere la sonda significa, quindi, evitare che un’eventuale collisione possa distruggere l’ambiente di questi mondi, compromettendo future scoperte.
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Dopo aver percorso 294 orbite in 13 anni intorno al pianeta degli anelli, la sonda si è tuffata alla velocità di circa 113.000 chilometri orari, circa 10 gradi a Nord dell’equatore di Saturno. Non è stato un addio ‘silenzioso’ perché anche nei primissimi istanti della discesa e fino all’ultimo momento ha continuato a inviare a Terra nuovi dati, da aggiungere a quelli raccolti negli ultimi mesi, tuffandosi tra un anello e l’altro, e che ancora per molto tempo terranno occupati ricercatori di tutto il mondo.