Robot costruiti da altre macchine, la fantascienza è realtà
Come accade nei film di fantascienza, le macchine sono in grado di progettare e stampare in 3D componenti per i robot che permettano di svolgere nuove funzioni. Il sistema messo a punto dal Massachusetts Institute of Technology (Mit) riesce a fare in modo automatico ciò che è impossibile per un essere umano: vale a dire testare milioni di possibili combinazioni di materiali e caratteristiche, fino a trovare quella ottimale. Lo studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, potrebbe rappresentare il primo passo per la progettazione automatizzata di strutture molto più grandi, come le ali degli aerei.
I ricercatori, guidati da Subramanian Sundaram, hanno dimostrato il funzionamento del loro sistema fabbricando attuatori, cioè dispositivi che controllano meccanicamente i sistemi robotici in risposta a segnali elettrici. In questo caso, erano in grado di mostrare due diverse immagini in bianco e nero solo cambiando la propria angolazione e quindi il modo in cui la luce era riflessa: un ritratto di Van Gogh in un caso e il famoso “L’urlo” di Edvard Munch nell’altro.
Gli attuatori sono costituiti da tre materiali, ognuno con colore chiaro o scuro e con diverse proprietà. Il software inizia scomponendo il design di ogni attuatore in milioni di piccoli pixel tridimensionali, anche chiamati “voxel”, che possono essere riempiti da ciascuno dei materiali. A questo punto, l’algoritmo fa partire milioni di simulazioni, provando tutte le combinazioni possibili: una volta trovata quella giusta, una stampante 3D appositamente realizzata comincia a fabbricare l’attuatore, disponendo strato dopo strato il giusto materiale nel giusto pixel tridimensionale.