Su Tinder il pulsante "panico" se l'incontro galante rischia di diventare pericoloso
Un «pulsante antipanico» per mandare un Sos quando un appuntamento romantico rischia di diventare pericoloso: nell’era del #MeToo ci sta pensando Tinder, una delle app di dating più popolari al mondo.
La nuova iniziativa, di cui dà notizia oggi il Wall Street Journal, dovrebbe debuttare negli Usa alla fine di gennaio.
Includerà la possibilità di mandare e ricevere feedback se uno dei partecipanti si sente a disagio e perfino far arrivare la polizia sul luogo dell’incontro galante che rischia di degenerare in violenza.
Per offrire il nuovo servizio la società madre di Tinder, Match.com, ha acquistato una quota e un posto nel board in Noonlight, una nuova app che rintraccia l’ubicazione degli utenti e informa le autorità se emergono problemi di sicurezza.
Tinder, che ha un pool globale di 50 milioni di utenti, farà da banco di prova: se l’esperimento avrà successo, Match.com lo estenderà ad altre app nei prossimi mesi.
La nuova iniziativa punta i riflettori sulla necessità per piattaforme online come Uber e AirBnb di investire di più sulla sicurezza fisica dei clienti anche a scapito della privacy.
Match.com ha fatto ricerche di mercato e scoperto che la stragrande maggioranza dei suoi utenti preferisce sentirsi al sicuro che proteggere dati personali come il luogo dell’incontro al buio. «Devi governare una dating app come se fossi una mamma», ha detto la Ceo di Match, Mandy Ginsberg, che ha una figlia di 21 anni: «Penso molto alla sicurezza delle nostre piattaforme e cosa possano fare per prevenire cattivi comportamenti». Per Tinder l’investimento in Noonlight è il primo fatto per monitorare in tempo reale la sicurezza dopo il primo contatto degli utenti sulla piattaforma e l’incontro faccia a faccia per un caffè o per un drink. Finora l’app aveva usato sistemi di sorveglianza sulle modalità di comunicazione delle parti in particolare per individuare forme di linguaggio abusivo o foto indecenti.
Col nuovo servizio i clienti potranno affiggere un’etichetta sul loro profilo per fare sapere di avere il pulsante: «È come il cartello che metti sul prato di casa per far sapere che hai un sistema d’allarme», ha spiegato Elie Seidman, Ceo di Tinder, secondo cui gia questo può fare da deterrente. C’è ovviamente la possibilità di un falso allarme che arrivi a sabotare un appuntamento che sta andando molto bene: «È un rischio che ci sentiamo di prendere», ha detto la Ginsberg al quotidiano di Wall Street: «Teniamo in considerazione i falsi positivi. Se chi ha premuto il pulsante per sbaglio non risponde, alla peggio qualcuno busserà alla porta. Non è la peggiore cosa del mondo».