Dove il telefonino non ti salva la vita: in diverse zone di montagna non c’è segnale
Anche nelle Valli Giudicarie sono molte le località in alta quota che non hanno la copertura telefonica o che ce l’hanno a macchia di leopardo e che dunque qualora fosse necessario allertare i soccorsi sorgono dei problemi. Il gestore del rifugio Bedole ha dovuto dotarsi del telefono satellitare per essere connesso
GIUDICARIE. «Intervento notturno sul sentiero del Matarot, nel gruppo dell'Adamello, martedì sera, per soccorrere una escursionista di Novellara (Regio Emilia) scivolata sul sentiero procurandosi un sospetto trauma al bacino». Fin qua uno dei tanti incidenti che il Soccorso alpino e speleologico del Trentino ha segnalato in questa estate in cui le montagne sono prese d'assalto. A prendere la scena è il seguito del comunicato. «Poiché la zona non ha copertura telefonica il compagno di escursione è sceso fino al rifugio Adamello Collini al Bedole (in Val di Genova) per chiedere aiuto». Segue la cronaca dell'intervento, efficiente come al solito, con partenza di un soccorritore dal Bedole con la barella, partenza di altri tre soccorritori di Pinzolo con il materasso a depressione. Infine, quando si è liberato l'elicottero, impegnato in altri soccorsi, è stato possibile verricellare la signora e portarla al Santa Chiara.
Tutto qua. No. In verità non è tutto. È l'inizio, se vogliamo, della storia, che narra di montagne prese d'assalto, ma anche di necessità di più sicurezza. Scontato il richiamo al senso di responsabilità degli escursionisti, che troppo spesso ignorano gli avvisi e soprattutto il buonsenso avventurandosi lungo i sentieri come fossero in centro a Pavia (non diciamo Milano, che è banale).
Sugli episodi "trash" rifugisti e soccorritori alla fine della stagione potrebbero scrivere un'antologia. Ma c'è un altro problema: la copertura telefonica. Trentino terra di turismo, ma le migliaia di persone che salgono fra pascoli e creste non sempre sono assistite dalla linea telefonica. Il che non è un dramma, anzi, se impedisce di telefonare all'amico per salutare da duemila metri e instagrammare «un paesaggio da sballo! Peccato che non sia con noi!». La questione si fa complicata in caso di necessità di interventi di soccorso. Antonio Caola, presidente dei volontari del soccorso infermi di Pinzolo, ricorda la lettera inviata alcuni anni fa alla Provincia per segnalare che in Val di Genova, a partire dalla località Ragada, i cellulari non vanno.
«Perfino le nostre radio non funzionano. Chiedevamo dei ponti; hanno effettuato sopralluoghi, ma finora non è successo niente». E le altre valli? «Quelle del nostro bacino, che va da Campiglio a Caderzone», sostiene Caola, «bene o male si prende. Noi abbiamo due gestori con i quali ce la caviamo: Tim va in certe valli, Vodafone in altre».
Curioso che la Val di Genova, la più frequentata, sia quella più penalizzata. Il gestore del Bedole ha la voce sconsolata: ha dovuto dotarsi del telefono satellitare per essere connesso. E non crede che le cose cambino. Matteo Viviani, direttore del Parco naturale Adamello Brenta, dice che «i dintorni del rifugio Mandrone sono serviti, mentre malga Bedole, le Lobbie, la valle del Matarot e il ghiacciaio sono scoperti. Un altro caso riguarda l'altissima val di Fumo, per raggiungere il ghiacciaio.
Va un po' meglio nella zona del ghiacciaio del Carè Alto: essendo esposta verso la Rendena, sfrutta i ripetitori della valle». «Fino in cima al lago di Bissina - conferma il gestore del rifugio Val di Fumo Gianni Mosca - si prende bene. Poi va e viene». Ricordiamo che la Val di Daone è coperta da Wind grazie al ripetitore installato parecchi anni fa dall'Enel, che gestiva i grandi impianti idroelettrici.
«Qui al rifugio - prosegue Mosca - devi stare fermo immobile sul terrazzino in un determinato punto. Altrimenti niente. Eh, non conviene economicamente ai gestori», commenta, anch'egli sconsolato. Se non altro avete il fisso. .. «Buono quello! Quando c'è il temporale salta. Chiamiamo Telecom, che arriva quando arriva».