Val di Non / Tecnologia

A Mollaro il primo data center europeo in una minera attiva: svelato il progetto

Sorgerà nella struttura mineraria dell'azienda Tassullo, grazie anche ai fondi del Pnrr: un luogo fisico per i server e poi anche un polo di innovazione, sotto l'ombrtello di una società costituita ad hoc, la Trentino Data Mine, i cui azionisti sono l'Università di Trento al 49 per cento e un pool di aziende private. Il rettore Deflorian: "Con questo progetto diventiamo oggi un punto di riferimento europeo nella ricerca e sviluppo"

TRENTO. È stato ufficialmente presentato oggi pomeriggio, all'interno della miniera attiva di dolomia dell'azienda Tassullo, il progetto per la realizzazione in val di Non di un innovativo data center, ovvero un luogo fisico di conservazione di computer e dati integrato nel territorio e a ridotta impronta ambientale con il successivo sviluppo di un polo di innovazione. Il progetto da 50,2 milioni di euro è coperto per 18,4 milioni da fondi del Pnrr e per circa 31,8 milioni da risorse private. Per svilupparlo si è costituita una società ad hoc, la Trentino Data Mine, i cui azionisti sono l'Università di Trento al 49 per cento e un pool di aziende privata come Covi Costruzioni, Dedagroup, Gpi e Isa come finanziatore.

In val di Non il primo data center in Europa realizzato all'interno di una miniera attiva

Nasce in val di Non il primo data center in Europa realizzato all'interno di una miniera attiva. Si tratta del progetto "Intacture", in fase di costruzione nella miniera di dolomia dell'azienda Tassullo, con un finanziamento di 50,2 milioni di euro, di cui 18,4 milioni da fondi Pnrr e circa 31,8 milioni da risorse private. Il progetto prevede un'infrastruttura digitale di ultima generazione e un polo di innovazione sui campi di scienze della vita, intelligenza artificiale, transizione energetica e cybersicurezza. L'avvio dell'attività è previsto per il 2026, mentre sono già in stato di avanzamento i lavori edili e infrastrutturali

Sarà il primo esempio in Europa di uso di una miniera attiva con il riutilizzo degli spazi vuoti dopo l'estrazione della Dolomia, la roccia utilizzata dalla Miniera san Romedio srl /Tassullo (che fa parte della Covi Holding) per ottenere la calce da utilizzare nelle normali lavorazioni edili e nelle delicate operazioni di restauro e ristrutturazione. Il cantiere del data center e i vantaggi in termini ambientali che esso garantisce verrà ufficialmente presentato questo pomeriggio alla presenza dell'assessore alla ricerca Achille Spinelli e del rettore dell'Università di Trento Flavio Deflorian e della sindaca di Predaia Giuliana Cova.

L’innovativa infrastruttura in corso di realizzazione all’interno della miniera godrà di un ambiente naturale che offre condizioni ottimali in termini di protezione da inquinamento elettromagnetico, sicurezza dei dati, risparmio energetico e di suolo, sostenibilità.

L'avvio dell'attività del data center è previsto per il 2026, mentre sono già in stato di avanzamento i lavori edili e infrastrutturali.

La struttura del data center è stata studiata per avere oltre l'80% della superficie ipogea, fino a 100 metri di profondità, negli spazi vuoti di cava della miniera. La sovrastante offrirà una barriera in grado di assicurare un alto livello di sicurezza elettromagnetica, digitale, idrogeologica e fisica, proteggendo i dati.

La posizione e la temperatura costante del sottosuolo (a 12 gradi), permetteranno di ridurre il consumo energetico, legato in particolare al raffreddamento dei server.

La Power Usage Effectiveness (Pua) stimata sarà di 1,25 contro la media di 1,6 dei data center europei. L'infrastruttura è progettata per una potenza nominale massima di 5 megawatt, per essere adattabile alle esigenze locali e per usufruire di fondi di energia rinnovabile. Una volta ultimato, il centro si aprirà alla comunità, con spazi dedicati a eventi e progetti che coinvolgeranno persone e studenti.

Il progetto del data center è a cura di In-Site, società di ingegneria integrata specializzata nella realizzazione di infrastrutture tecnologiche complesse.

In Trentino il primo data center europeo in una miniera attiva

Nasce in val di Non, in Trentino, il primo data center in Europa realizzato all'interno di una miniera attiva. Si tratta del progetto "Intacture", in fase di costruzione nella miniera di dolomia dell'azienda Tassullo

La presentazione ufficial si è tenuta alla miniera dell’azienda Tassullo, alla presenza anche della sindaca di Predaia Giuliana Cova e dell’assessore allo sviluppo economico, lavoro, università, ricerca della Provincia Achille Spinelli.

"Con questo progetto diventiamo oggi un punto di riferimento europeo nella ricerca e sviluppo, contribuendo alla creazione di uno dei pochi poli di innovazione digitale green a livello globale”, ha commentato il rettore dell’Università di Trento, Flavio Deflorian.

“Come Ateneo, alla base del nostro lavoro c'è sempre una filosofia orientata al futuro, che pone i giovani e le nuove generazioni al centro del cambiamento. Credo che l'innovazione sostenibile sia una delle chiavi per costruire un domani migliore, e ciò che realizzeremo insieme e gestiremo nel partenariato pubblico-privato è rivolto a creare soluzioni che abbiano un impatto positivo sull’ambiente e sulla società, oggi e per il futuro".

"Abbiamo accolto con entusiasmo la sfida di questo progetto altamente innovativo, che ci spinge a coniugare al meglio le sfide tecniche con un quadro normativo nuovo e articolato. È un'opportunità che valorizza le nostre competenze e le nostre capacità di flessibilità e innovazione”, hanno commentato i rappresentanti della compagine privata di Trentino DataMine.

"I dati - aggiungono - sono la materia prima del nostro futuro. Noi aiuteremo aziende e organizzazioni a conservarli e gestirli in modo sicuro ed efficiente, all’interno di un ecosistema progettato per generare benefici molteplici, attraverso i servizi di co-location per aziende pubbliche e private, le sinergie con il mondo della ricerca e lo sviluppo di soluzioni per il territorio, l’ambiente e la comunità. Intacture, il progetto di Trentino DataMine, dimostra che il futuro della tecnologia può essere costruito in armonia con l’ambiente, non solo senza comprometterne le performance, ma anzi potenziandole”.

"Un nuovo capitolo si apre oggi nel racconto innovativo che le gallerie di Tuenetto stanno scrivendo in questo territorio. Le nostre realtà produttive e i nostri centri di ricerca, infatti, hanno saputo in sinergia realizzare un progetto unico a livello nazionale, dove innovazione, sicurezza, risparmio energetico e di suolo si coniugano con prospettive di sviluppo e ricerca nel settore tecnologico, oggi sempre più strategico e dai molteplici risvolti per la qualità della vita di tutti i cittadini", commenta il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti

"La Provincia ha creduto ancor prima che venisse approvato nel progetto Trentino DataMine, per la sua unicità e per la possibilità di unire mondi diversi con un linguaggio comune, quello dell'innovazione e della sostenibilità", ha invece commentato l'assessore allo sviluppo economico, Achille Spinelli.

Soddisfazione è stata espressa anche dalla Sindaca di Predaia, Giuliana Cova, che, a nome della comunità locale, si è detta orgogliosa "di ospitare nel nostro Comune una struttura unica in Europa, capace di conferire un'immagine di innovazione e modernità".

Infine, i portavoce di Trentino DataMine, costituita al 51% da Tdc Srl (da Covi Costruzioni, Dedagroup Spa, Gpi e Isa) e al 49% dall'Università di Trento, hanno rilevato come il data center sia "un'opportunità che valorizza le nostre competenze e le nostre capacità di flessibilità e innovazione".

Il data Center sorgerà al livello superiore rispetto alle gallerie già scavate da Miniera San Romedio negli anni passati e che per prime sono state usate da Melinda.

Nelle celle ipogee il Consorzio conserva circa 40mila tonnellate di mele, che in futuro potranno salire fino a 70mila.

In questi mesi è in corso di costruzione la funivia che a regime consentirà lo stoccaggio dei cassoni direttamente dal fondovalle, senza utilizzo di camion. Una parte delle miniere scavate è stata poi presa in affitto da Cavit che attualmente conserva circa 2,5 milioni di bottiglie di Trentodoc, ampliabili fino a oltre 12 milioni.

Stesso discorso per Trentingrana: attualmente sono conservate nelle miniere sopra Mollaro circa 1.500 forme di formaggio grana da stagionare. L'obiettivo del Concast è capire come le forme si comportano rimanendo diversi mesi a temperatura costante.

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