Rifiuti trentini potrebbero finire a Bolzano. L'inceneritore diventa impianto di recupero
Per adesso è solamente una possibilità, una chance: la classificazione dell'inceneritore di Bolzano è cambiata, da sito di smaltimento a impianto di recupero per i rifiuti
Per adesso è solamente una possibilità, una chance: la classificazione dell'inceneritore di Bolzano è cambiata, da sito di smaltimento a impianto di recupero per i rifiuti. Una notizia che toglie e modifica una serie di divieti e che, di fatto, favorirebbe anche il Trentino. Già nel recente passato, quando a Trento si è deciso di rinunciare alla costruzione del termovalorizzatore, si è guardato con grande interesse alla struttura altoatesina. Tanto che è aperto da tempo un tavolo tecnico di trattativa. Ora, con la modifica della classificazione ufficiale dell'inceneritore, la strada potrebbe essere spianata.
A cambiare le carte in tavola è il decreto Sblocca Italia, in base al quale il sito dall'1 settembre 2015 può appunto essere considerato impianto di recupero e non deve più sottostare all'articolo 3 della legge provinciale 2006: ovvero non sarà più vietata l'esportazione e importazione di rifiuti urbani ai fini dello smaltimento. L'assessore Mauro Gilmozzi, per ora, resta in attesa e minimizza la novità bolzanina. «Abbiamo un periodo di transizione da gestire prima di giungere totalmente a regime con il piano di smaltimento, ma nella sostanza non è cambiato nulla. Noi restiamo in attesa e continuiamo a confrontarci».
Gli ecologisti bolzanini leggono la notizia come un aprire le porte all'arrivo di rifiuti, con quello che potrebbe comportare a livello ambientale e di salute, come un rischio. L'inceneritore, attualmente, brucia 110 mila tonnellate annue a fronte di una capacità di 130 mila: funziona, quindi, poco oltre l'80% delle sue possibilità.
«Teoricamente e tecnicamente, i rifiuti residui provenienti dal Trentino permetterebbero all'inceneritore di arrivare quasi al 100% delle proprie potenzialità. In una logica di scambio e di totale collaborazione noi potremmo dare una mano con le eccedenze di rifiuto umido, cosa che in realtà già accade, visto che l'Alto Adige ne porta già una parte nell'impianto di Cadino. Diciamo che stiamo parlando e valutando insieme la situazione e le possibilità, convinti che sia possibile darsi una mano a vicenda», conclude Gilmozzi.