La Camera dice sì alla legge sui ladini

«Con la cosiddetta legge ladina abbiamo colto la possibilità di eliminare dopo anni alcune disparità che sono contenute nello statuto di autonomia nei confronti del gruppo linguistico ladino».

Lo ha dichiarato il capogruppo della Svp alla Camera, Daniel Alfreider, dopo l’approvazione della proposta di legge costituzionale sulla tutela della minoranza ladina, di cui è il primo firmatario.

Alfreider, parla di «passo fondamentale e successo importante», anche se ora bisogna attendere il proseguimento dell’iter di modifica costituzionale che prevede una doppia lettura in ciascuno dei due rami del Parlamento.

«Mi meraviglia che alcuni deputati altoatesini - aggiunge Alfreider - abbiano sfruttato la situazione per tentare di creare uno scontro tra i diversi gruppi linguistici presenti in Alto Adige». Il riferimento è alla berlusconiana Michaela Biancofiore, bacchetta dal deputato trentino Mauro Ottobre, ex Patt, oggi nel gruppo misto-Svp. «Al riguardo ricordo solo che i consigli provinciali di Bolzano e di Trento, nonché il consiglio regionale, hanno espresso a grande maggioranza i loro pareri positivi, superando contrapposizioni di parte».

«Per la prima volta il Parlamento si occupa della questione ladina. Un momento importante che ci porta a continuare e affrontare subito anche il tema dei ladini che stanno al di fuori dei confini delle provincie autonome di Trento e Bolzano.

Auspichiamo fortemente che l’attuale legislatura abbia una durata sufficiente per approvare in doppia lettura questo testo», ha concluso il capogruppo Svp.


In aula il deputato Cinque Stelle Riccardo Fraccaro ha perorato la causa della scuola ladina di Soraga, portandola, dopo due interrogazioni, di nuovo all’attenzione del Parlamento: «Uno dei nostri emendamenti, purtroppo, respinto, prevedeva di dare valore costituzionale all’Autorità per le minoranze linguistiche, istituita nel 2008 dalla Provincia di Trento.

In aula ho spiegato che è necessario affermare e rafforzare il ruolo dell’Autorità, attribuendole funzioni e poteri effettivi per la difesa e la tutela dei diritti delle minoranze linguistiche. Sono tornato a sollevare il caso della scuola ladina di Soraga, chiusa lo scorso anno dalla Provincia perché non raggiungeva il numero minimo di 40 iscritti fissato dalla Giunta provinciale.

L’Autorità aveva espresso parere negativo alla chiusura e aveva ribadito l’importanza e l’efficacia di questa scuola ladina. Ma la giunta provinciale di Trento e il Governo hanno completamente ignorato il parere.

È paradossale che sia prevista dalla legge un’Autorità specifica per vigilare sui diritti delle minoranze linguistiche, ma non gli strumenti per garantire piena e concreta operatività alla stessa.

Il nostro emendamento è stato respinto, ma continueremo a batterci perché vengano garantiti i principi costituzionali e le norme statutarie che tutelano le minoranze linguistiche, con particolare riferimento agli insegnamenti della lingua ladina nelle scuole della provincia».

 

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