Migranti: l'Austria dispiega 600 agenti
Il nuovo governo austriaco, formato da popolari e ultradestra, passa dalle parole ai fatti. Dopo gli annunci di voler azzerare l'immigrazione clandestina, il ministro degli Interni Herbert Kickl ha ora annunciato l'istituzione di una task force di polizia per i controlli di frontiera. Resta così alta l'attenzione di Vienna sui flussi migratori, anche se la situazione al Brennero da tempo è tranquilla.
La "Grenzschutzeinheit" sarà un'unità di polizia di pronto intervento. "Non ci sarà più un lasciapassare", ribadisce Kickl in un'intervista alla Tiroler Tageszeitung. "Abbiamo controlli efficaci, ma il 2015 non si deve ripetere". La nuova polizia di frontiera sarà composta da 600 poliziotti ed entrerà gradualmente in funzione da metà anno. Saranno distaccati agenti attualmente già impegnati nei controlli sulle strade e sui treni. In caso di necessità, saranno allestiti i container e saranno innalzate le recinzioni, già predisposte, per garantire entro 48 ore serrati controlli di confine. Al Brennero, nel 2016, era stata infatti predisposta una 'barrierà, mai entrata in funzione a causa del basso numero di arrivi. Lo scorso autunno l'Austria ha attivato un check-point, un apposito binario per il controllo dei treni. Inoltre ci sono pattuglie, composte da poliziotti italiani, austriaci e tedeschi, che operano sui treni. A questa serie di provvedimenti si aggiunge ora la task force.
Appassionato di filosofia, barbetta e occhialetti da prof, ma anche un passato da ghostwriter di Haider e cervello delle recenti campagne elettorali di Norbert Hofer e Heinz Christian Strache, il 50enne si conferma uno dei rappresentanti più duri della Fpoe nel nuovo governo. Kickl evidentemente non intende cambiare linea dopo aver assunto la guida di un ministero di peso, come quello degli Interni. Pochi giorni fa aveva infatti suscitato polemiche, parlando della necessità di "concentrare" i richiedenti asilo in centri di assistenza di base. Ora, Kickl smentisce qualsiasi riferimento ai campi di concentramento, rispedendo al mittente il monito arrivato dal presidente Alexander Van der Bellen. "Chi rivendica un uso responsabile delle parole, dovrebbe fare lo stesso con l'interpretazione delle parole", ha tagliato corto il ministro.