I primi sessanta profughi afghani arrivano in Alto Adige, il Trentino intanto aspetta
A Colle Isarco, per la quarantena covid, i familiari di collaboratori dell'ambasciata e di imprese italiane in fuga da Kabul dopo l'arrivo dei talebani: ora seguiranno un percorso di integrazione in Italia
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L'APPELLO "Il Trentino accolga i profughi, la responsabilità è anche italiana
TRENTO. Mentre il Trentino attende una "regia nazionale" dell'accoglienza dei profughi afghani, come ha detto il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, in Alto Adige i rifugiati sono già arrivati.
Si tratta di sessanta persone che al momento sono ospiti del centro di accoglienza di Colle Isarco, dove dovranno trascorrere la quarantena covid: sono familiari di collaboratori dell'ambasciata e di imprese italiane dopo l'evacuazione dell'Afghanistan.
In Trentino si susseguono appelli affinché anche qui le istituzioni si attivino autonomamente per dare la disponibilità a sistemare qui persone iun fuga dal terrore talebano, ma al momento a quanto è dato capire, la Provincia attende di essere eventualmente interpellata in questo senso dalle autorità nazionali.
A proposito del primo arrivo di profughi in Alto Adige, la Provincia autonoma di Bolzano spiega in una nota: "Dopo l'assunzione del potere da parte dei talebani, sono numerose le persone in fuga dall'Afghanistan che sono riuscite a prendere un volo per lasciare il paese mettendosi in salvo.
Nel corso dell'evacuazione da Kabul verso l'Italia alcune famiglie afghane sono ora ospitate nella struttura per la quarantena di Colle Isarco.
Qui i 60 familiari di collaboratori di aziende italiane e dell'ambasciata italiana trascorreranno una quarantena di 10 giorni.
Grazie al programma di accompagnamento attivo su tutto il territorio nazionale queste famiglie inizieranno poi un percorso di integrazione nel nostro Paese.
I ministeri competenti del governo italiano e la dirigenza dell'Esercito si sono così messi in contatto con il presidente della Provincia Arno Kompatscher e concordato l'accoglienza di alcuni di questi cittadini in Alto Adige, fino al loro inserimento in programmi nazionali di integrazione e accompagnamento. La decisione è stata preceduta da colloqui con il sindaco del Comune di Brennero Martin Alber, che è stato informato sin dall'inizio di tutti i passaggi".
Questo il commento di Kompatscher: "In una situazione così eccezionale è naturale che la nostra Provincia dimostri spirito di collaborazione, mettendo a disposizione strutture adeguate attraverso la Protezione civile".