Lite in fabbrica, il padrone rompe una spalla all'operaio e poi lo trascina nel cortile e lo lascia lì: fermato dai carabinieri
Un banale diverbio per questioni di lavoro degenera in un grave reato: il titolare, di 65 anni, raggiunto a casa, e gli hanno sequestrato i fucili da caccia
BRUNICO. I militari della Stazione Carabinieri di Brunico hanno denunciato in stato di libertà un 65enne di Brunico per lesioni personali aggravate.
Presso una ditta d’infissi di Brunico c’è stato un diverbio tra un operaio e il titolare dell’impresa. Il primo ha chiamato il numero unico europeo di pronto intervento 112 dicendo all’operatore della centrale dei carabinieri di essere stato malmenato dal proprio capo. Immediato l’intervento di un’autopattuglia. Giunti sul posto i carabinieri hanno trovato il richiedente, un operaio 40enne, a terra nel cortile dell’azienda, dolorante con un braccio visibilmente rotto o lussato. I carabinieri hanno fatto intervenire un’ambulanza e mandato l’uomo in ospedale dove i medici hanno riscontrato una brutta lussazione e frattura della spalla e l’hanno dovuto operare.
Nel frattempo i carabinieri hanno acquisito le testimonianze dei presenti e scoperto che il diverbio era nato per una banale questione di lavoro ma che poi era degenerato in grida e parole grosse. Quindi la vittima era stata spinta a terra dal proprio capo e aveva sbattuto la spalla, che probabilmente si è rotta in quel frangente.
Il capo poi, verosimilmente molto adirato, anziché aspettare i carabinieri negli uffici della ditta, ha trascinato fuori il dipendente (ormai verosimilmente ex tale) lasciandolo a terra in cortile.
L’uomo una volta uscito dall’ospedale è andato subito dai carabinieri a presentare denuncia-querela. Le lesioni sono peraltro di tale gravità che probabilmente, a prescindere dall’iniziale prescrizione medica, i carabinieri avrebbero comunque proceduto d’ufficio.
I militari dell’Arma, ravvisandone l’urgenza, sono quindi andati a casa dell’imprenditore denunciato e gli hanno cautelativamente ritirato tutte le armi che possedeva, ritenendo che possa essere capace di abusarne, vista la dinamica dei fatti riferiti.
Si tratta di alcuni fucili da caccia. Hanno quindi informato il prefetto commissario del Governo che ora valuterà se emettere un provvedimento di divieto di detenzione armi. In tal caso l’uomo avrà alcuni mesi di tempo per cederle e non potrà più acquistarne né ottenere licenze di porto d’armi.