Il minorenne neonazista arrestato a Bolzano, l'Anpi: fatto grave che non va sottovalutato
Secondo l'associazione partigiani, l'episodio ha mostrato la punta di un iceberg: «Ciò che è accaduto ricorda, in parte, sia per i suoi inquietanti obiettivi, sia per le inquietanti modalità, l'azione del serial killer neonazisti che insanguinarono sotto la sigla Ludwig, il nord Italia negli anni '70 e '80 del secolo scorso»
ALTO ADIGE Il quindicenne arrestato per terrorismo era nel gruppo neonazista 764
BOLZANO - "L'arresto di un giovane quindicenne appartenente alla galassia della destra eversiva neonazista, per una serie di gravi reati connessi, tra l'altro, con terrorismo e progettazione di omicidi "esemplari", è un fatto grave che, come ha ricordato il questore di Bolzano, non va sottovalutato e che rappresenta solo una piccola parte di un grande iceberg", così l'Anpi dell'Alto Adige.
"Ciò che è accaduto - si legge in una nota - ricorda, in parte, sinistramente, sia per i suoi inquietanti obiettivi, sia per le inquietanti modalità, l'azione del serial killer neonazisti che insanguinarono sotto la sigla "Ludwig", il nord Italia negli anni '70 e '80 del secolo scorso. La differenza importante è che le reti nazionali e internazionali che reclutano i giovanissimi possono usufruire di mezzi rilevanti e i loro obiettivi sono finalizzati esplicitamente ad alimentare odio, paura e tensioni sociali per condizionare la società in direzione di obiettivi dichiaratamente xenofobi e razzisti".
"Le risposte delle istituzioni, della politica, della stessa società civile sono troppo deboli - scrive l'Anpi - troppa l'indifferenza e la subalternità, mentre crescono in tutto il mondo forze politiche e, addirittura, governi che, pur condannando formalmente la violenza, attuano politiche concrete oggettivamente conniventi con l'estrema destra.
'Re Migrazione', deportazione, sostituzione etnica, riscrittura ideologica e uso politico della storia, razzismo, xenofobia, odio e discriminazioni di genere, criminalizzazione della solidarietà, sono gli slogan di un'offensiva ideologica generalizzata che mira a mettere in discussione i capisaldi dello Stato di Diritto e della stessa convivenza civile.
Il richiamo ai doveri che la Costituzione impone alle istituzioni, alla politica, alle cittadine e ai cittadini, non può rimanere confinato nelle pur necessarie cerimonie ufficiali, ma deve diventare un impegno quotidiano per contrastare questa pericolosa deriva a tutti i livelli e senza ambiguità, ma anche per costruire un'alternativa democratica e solidale fondata sull'attuazione concreta dei valori della Costituzione", conclude l'Anpi.