profughi marco visita drena
Un momento conviviale ma soprattutto un'occasione di incontro e conoscenza reciproca con i richiedenti protezione internazionale. Sala gremita oggi a Drena per l'iniziativa “Una festa per conoscersi”, organizzata dalle associazioni “Drena oltre il confine” e “Lo stesso cielo”. Hanno partecipato anche i giovani profughi alloggiati al Campo della Protezione Civile di Marco di Rovereto e più in generale in Vallagarina.
E' stata un'intensa giornata alla scoperta del territorio (con la visita a Castel Drena) e della cucina vegana (nel rispetto – è stato detto – di ogni forma di vita), ma soprattutto alla scoperta dell'“altro”. Una conoscenza che si è concretizzata, nella Sala Polivalente di Drena, non solo a tavola ma anche attraverso le testimonianze dei profughi in parallelo – ma con tanti punti di intersezione – con le storie dell'emigrazione trentina.
Fra i tanti ricordi, anche quelli di un giovane nigeriano in fuga dal proprio Paese per non diventare strumento di morte nelle mani degli jihadisti. Le milizie erano andate a prenderlo a casa per poi portarlo in un campo di addestramento. Lì il giovane nigeriano avrebbe dovuto imparare a uccidere; chi si rifiutava di imbracciare il mitra ci finiva davanti. Una notte la fuga fra i colpi di arma da fuoco e il viaggio in camion da un pastore evangelico (il giovane profugo è cristiano). Quindi il passaggio in Libia, con il rischio di essere rapiti o uccisi, per poi imbarcarsi su una “carretta del mare” dopo aver consegnato ogni oggetto di valore agli scafisti. Dopo l'arrivo in Italia la tappa a Verona e poco dopo l'arrivo in Trentino (a Marco di Rovereto); Trentino al quale oggi il giovane profugo ha rivolto un “grazie” giunto dal cuore.
La giornata a Drena è stata chiusa da un concerto del gruppo “Improntafro”. Le testimonianze dei richiedenti protezione internazionale e i ricordi dell'emigrazione trentina sono stati accompagnati dalle note del gruppo musicale della “Mnemoteca del Basso Sarca”.