Clown in corsia, per la gioia dei bimbi
Le «terapie del sorriso» negli ospedali del Kosovo
Esiste un posto chiamato Kosovo, dove i colori rispecchiano le emozioni, dove i contrasti si incontrano nel quotidiano e l'inferno caotico delle città e della miseria più grande convivono con il paradiso dei campi sterminati. Qui abita la casa dell'Amore, luogo di sguardi sinceri, di domande curiose, di profondi abbracci, di dolci gesti d'affetto, di sorrisi divertiti. Una Casa per bambini liberi di crescere sentendosi amati.
Scorrono veloci sulla tastiera le dita di Francesca, in arte «Pinturicchio», mentre scrive il ricordo della missione appena conclusa. I clown Pinturicchio e Bubu al secolo Francesca Bonazza e Fabiano Cattoi, sono da poco tornati ad Arco da un viaggio in Kosovo, terra martoriata che ha ancora addosso le cicatrici del terrore; là, insieme ad altri due volontari friulani di V.i.p.(Viviamo in positivo) hanno portato sorrisi e gioia, il dono più bello.
Preso ferie dai rispettivi lavori e, muniti di un bel naso rosso di plastica, il 15 maggio scorso sono partiti per la prima vera missione di Clownfamily, la neonata associazione arcense di clowntherapy, l'unica in tutto il Trentino, che mira a dimostrare come il sorriso e la risata permettono di vivere meglio e più a lungo, in quanto strumenti terapeutici fondamentali per alleviare le sofferenze dei pazienti.
In collaborazione con Cristina e Massimo, che in Kosovo (grazie anche al sostegno dell'allora assessore alla solidarietà internazionale Lia Beltrami) hanno fondato una casa famiglia che ospita 16 ragazzi dai 4 ai 18 anni, sono entrati in contatto con la realtà non facile del posto. In 5 giorni effettivi di permanenza in Kosovo hanno visitato 3 ospedali: a Pristina, dove la pediatria conta ben 5 piani, a Gjakova, a Peja. Sono entrati nelle scuole elementari e materne di Klina e coi i loro vestiti buffi hanno visitato anche le anziane e disabili ospitate dalle suore di Madre Teresa a Peja.
«Abbiamo deciso questo viaggio l'estate scorsa con Cristina e Massimo che nella loro casa famiglia stanno portando avanti un bellissimo progetto di fattoria con animali e campi di grano, lì i ragazzi hanno la possibilità di essere educati con amore e responsabilizzati per andare avanti con le loro gambe - racconta Francesca - è stata una prova per capire che vale la pena peseguire col progetto e si pensa di realizzare una scuola clown là».
In Kosovo Bubu e Pinturicchio torneranno il prossimo autunno. «C'è tantissimo lavoro da fare, mancano le strutture scolastiche, gli edifici sono talmente pochi che i ragazzi si turnano nelle aule - aggiunge Fabiano - ma soprattutto ci siamo scontrati con una realtà in cui il volontariato e lo spirito altruistico non esistono e c'è necessità di educare alla sensibilità i più giovani». Clownfamily aspetta volontari e per questo oganizzerà presto una scuola clown anche qui, non ci vogliono né abilità né capacità particolari, solo la voglia di portare un sorriso e una risata nelle corsie degli ospedali e dove c'è più bisogno di allegria.