L'asilo di Molina di Ledro compie 125 anni
La scuola materna «Charitas» di Molina compie 125 anni. Ed è per festeggiare il lieto anniversario che ieri mattina i bambini, aiutati dalle insegnanti e dai genitori, hanno deciso di restituire alla comunità uno spaccato di storia e tradizione, con una mostra foto-documentaristica, l’inaugurazione di un murales, una rappresentazione ed una festa con le autorità.
Fondata nel 1893, la scuola dell’infanzia di Molina - che accoglie oggi poco più di una trentina di piccoli ma che nei suoi 125 anni di vita ne ha potuti contare diverse centinaia - deve la sua nascita a don Lucillo Sartori, il sacerdote originario di Pieve che a cavallo tra il 1800 e 1900 fu promotore di una vera e propria rivoluzione sociale ed economica, con la creazione di istituzioni - tutt’ora esistenti - che per le genti del tempo rappresentarono un affrancamento da antiche servitù, tristi e pesanti catene al progresso e allo sviluppo.
«Dopo il seminario e la consacrazione, don Lucillo ebbe vari incarichi pastorali, fino al 1889, quando fu chiamato a reggere la curazia di Molina - spiegano dalla scuola materna, nella cui soffitta sono ancora conservati molti documenti storici, oggi esposti in mostra - a quel tempo quasi tutti gli uomini lavoravano alla produzione delle bròche per “El Tumbù”, una società privata che ne deteneva il monopolio. Un sistema di vita feudale che si trascinava da decenni e al quale in pochi avevano avuto il coraggio di opporvisi. Don Lucillo si mise all’opera, svincolando i ciùaroi con la creazione di una cooperativa tra produttori, la “Broccami”; l’organizzazione ebbe gran sviluppo e portò notevoli benefici al paese. Allo stesso tempo, diede impulso alla creazione della Famiglia Cooperativa e della Cassa Rurale, portata a termine nel 1894 con il nome de “La Vigiliana”, dal patrono della parrocchia. Tra il 1890 e il 1895 il sacerdote intraprese la fondazione dell’asilo e della scuola elementare: se per quest’ultima la costruzione fu abbastanza facile e a carico della pubblica amministrazione imperiale, per la materna non venne dato alcun aiuto. Iniziò così un lungo pellegrinaggio alla ricerca di fondi tra le poche famiglie facoltose (da cui l’intitolazione dell’asilo con il nome di “Charitas”, amore e carità), finché la materna non fu eretta: la storia racconta che nei quattro angoli dell’edificio (lo stesso di allora) siano murate quattro bottiglie contenenti pergamene con il nome dei benefattori. Don Lucillo morì ad Arco nel 1929 ma anche nel periodo fascista molte furono le vicende che videro la materna protagonista della vita del paese. Nel 1959 l’ex comune di Molina, su iniziativa di Giuseppe Rosa, volle dedicare al religioso una lapide, a perenne ricordo di quella che ancor oggi resta una delle sue realizzazioni più belle e riuscite: l’asilo».