Ciclista condannato per lo schianto mortale
Cinque giorni tra la vita e la morte dopo quel terribile incidente. Ma alla fine si è dovuto arrendere. Il 4 maggio dell’anno scorso moriva nel reparto di rianimazione del S. Chiara di Trento Francesco Pinetti, 36 anni, bergamasco di Palosco, protagonista assieme ad un biker austriaco di un tremendo schianto lungo la provinciale del Monte Tombio, poco sotto l’abitato di Pranzo.
Un incidente per certi versi «anomalo» nel suo pur tragico bilancio finale: il ciclista germanico se la cavò con ferite tutto sommato non gravi (la frattura di una gamba), il motociclista bergamasco volò nella scarpata sottostante e sbattè la testa contro un muretto procurandosi così lesioni risultate purtroppo fatali.
A causare quel terribile schianto vi furono però responsabilità di entrambi i protagonisti, in altre parole un «concorso di colpa» che innescò la violentissima carambola costata la vita a Francesco Pinetti.
E per la sua parte di responsabilità Burkard Schmitt, il ciclista austriaco, ieri mattina è comparso in tribunale a Rovereto davanti al giudice Michele Cuccaro dove ha patteggiato la pena di quattro mesi di reclusione (pena sospesa) per omicidio colposo, non il più grave «omicidio stradale» in virtù proprio del fatto che gli accertamenti della Polizia Stradale hanno stabilito che una parte di responsabilità del sinistro vanno addebitate alla povera vittima. A convincere inoltre pm e giudice, anche il fatto che il ciclista austriaco abbia già risarcito la famiglia della vittima.
Francesco Pinetti lavorava come camionista in una ditta specializzata nel trasporto di animali, aveva una moglie e due figli (una bimba di 10 anni e un bimbo di 5), una completa dedizione al lavoro e un amore profondo per la sua famiglia. Coltivava da anni anche la sua grande passione per le moto da strada.
Quel sabato di fine aprile dell’anno scorso era in sella alla sua Kawasaki «Z1000» e faceva parte di una comitiva di centauri lombardi che voleva trascorrere un weekend tra il Garda e le Dolomiti. Purtroppo però per lui i tornanti tra Deva e Pranzo gli sono risultati fatali. E una giornata in allegria con gli amici si è trasformata in tragedia.