La stele per Alba Chiara: un ricordo per sempre
La stele dedicata ad Alba Chiara accompagna lo sguardo di chi la osserva verso est, verso un'altra alba che ogni mattina ne farà risplendere il sorriso incastonato nel cristallo. L'attesa non è stata vana. Tenno ha dedicato il suo luogo più bello al ricordo della giovane vittima di femminicidio. Da lassù, dal punto panoramico del Grom, raggiungibile in pochi minuti dalle case di Frapporta, riparte il messaggio al quale la famiglia Baroni ha voluto dar voce fin dai primi giorni dopo la tragedia del 31 luglio 2017: un impegno forte e concreto contro la violenza sulle donne, proprio alla vigilia della Giornata mondiale dedicata a questo persistente fenomeno globale, che tante vittime continua a fare in Italia (una ogni tre giorni) e che purtroppo ha coinvolto e stravolto anche un'intera comunità, quella tennese, oltre a travolgere due famiglie.
Sobrietà, sincerità, coinvolgimento e sentita partecipazione ieri pomeriggio al Grom. In 250 - molti i volti tennesi, ma altrettanti quelli venuti da fuori valle, compresi consiglieri provinciali e comunali di tutta la Busa - si sono prima riuniti alla caserma dei vigili del fuoco e hanno poi raggiunto a piedi, in una ventina di minuti di cammino anche su sentiero, il luogo scelto dalla famiglia Baroni e dal Comune per la posa della stele dedicata ad Alba Chiara. È Stefano Bonora, da poco assessore, a rompere il silenzio: «Tenno regala il posto più bello che ha per ricordarla, se siamo qui è grazie ai tanti che hanno collaborato, dalla "Famiglia Materna" all'associazione "Amici di famiglia", dall'ex sindaco Frizzi alla stessa famiglia Baroni».
«È un momento importante, dopo un percorso tribolato siamo qui per investire sul futuro - aggiunge il sindaco Giuliano Marocchi - vogliamo che da qui, dal Grom, parta un messaggio che abbia carattere universale e destinato a superare i nostri confini. Il tema del femminicidio merita la massima attenzione e il progetto che di qui riparte servirà a fare formazione e informazione, ma anche cultura dell'ascolto e della relazione interpersonale, in un'era dove troppo è concesso a social media e smartphone. Questo luogo ci permette di vedere il sorgere del sole e di osservarlo fino al tramonto, quel sole che vedevamo sempre sul volto di Alba Chiara».
Marocchi, che ha citato anche Kofi Annan ( «La violenza contro le donne è forse la violazione dei diritti umani più vergognosa. Essa non conosce confini né geografia, cultura o ricchezza. Fin tanto che continuerà, non potremo pretendere di aver compiuto dei reali progressi verso l'uguaglianza, lo sviluppo e la pace» ) concludendo ha voluto dedicare un pensiero particolare ad altre due donne: «Aurora, la sorella di Alba Chiara, e mamma Claudia, la mamma di Mattia. Un abbraccio caloroso che è anche l'abbraccio di tutta la comunità tennese».
In prima fila nel progetto Alba Chiara c'è l'associazione «Amici di famiglia», braccio operativo della «Famiglia materna» di Rovereto: «È un dolore che non deve essere divisivo ma deve diventare punto da cui riparire, aggregare e unire nella lotta contro la violenza, qualunque essa sia - ha detto la presidente Mara Rinner - siamo sulla strada giusta vista la partecipazione oggi. Tanti amici, di mondi diversi, si sono stretti attorno al progetto che porta il nome di Alba Chiara: persone prima che associazioni. Ci sono le ragazze dell'hockey, i soci del "caffé letterario" di Laives, Sandro Chisté che ha attraversato l'Italia a piedi con la foto di Alba Chiara, i ragazzi di "Articolo Trentino" che hanno donato i loro cd per finanziare il progetto, Emanuela Skulina che vi si è dedicata fin dall'inizio in Fondazione».
Qualche metro più in là, verso il baratro, Massimo, Loredana e Aurora, raggiungono la stele e sollevano il telo rosso. È un momento toccante, sottolineato da un applauso forte e prolungato. Padre Franco Pavesi benedice la stele che sottolinea «vittima di femminicidio», anche in inglese: «È una parola necessaria, serve per capire e non banalizzare il fenomeno» spiega Barbara Zanoni dall'alto delle scarpe rosse calzate fin quassù nonostante il sentiero. Ed eccolo, infine, il testo scelto dalla famiglia Baroni per la stele di Alba Chiara, che dopo una riga di introduzione («La vita è il dono più prezioso e va rispettata») riporta una filastrocca cara alla giovane: «Ci vuole così poco a farsi voler bene, una parola buona detta quando conviene. Un po' di gentilezza, una sola carezza, un semplice sorriso che ci balena in viso. Il cuore sempre aperto per ognuno che viene. Ci vuole così poco per farsi voler bene».
I DATI NAZIONALI
Sono 3100 le donne uccise dal 2000 a oggi, più di 3 a settimana. E da gennaio ad ottobre sono 70 quelle ammazzate per mano di chi diceva di 'amarlè. E sono tante anche le donne che hanno cercato aiuto per uscire da situazioni di abuso: sono quasi 50 mila le donne che si sono rivolte ai Centri antiviolenza nel 2017 e di queste oltre 29mila hanno iniziato un percorso di uscita dalla violenza. Secondo l'Istat il 26,9% delle donne che si rivolgono ai centri sono straniere e il 63,7% ha figli, minorenni in più del 70% dei casi. Di fronte a questi numeri allarmanti la marea femminista di 'Non una di menò si prepara a scendere in piazza a Roma in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne per il terzo anno consecutivo.
"Da più di due anni siamo nelle piazze e nelle strade a ribadire che i femminicidi sono la punta di un iceberg fatto di oppressione - spiega il manifesto della manifestazione di domani - la violenza maschile comincia nel privato delle case ma pervade ogni ambito della società e diventa sempre più strumento politico di dominio, producendo solitudine, disuguaglianze e sfruttamento". Di qui l'importanza dei centri antiviolenza: la maggior parte dei centri, l'85,8%, lavora in rete con altri enti della rete territoriale e quasi tutti, il 95,3%, aderiscono al numero verde nazionale 1522 contro la violenza e lo stalking. La possibilità di contattare il centro antiviolenza da parte delle donne è elevata, il 68,8% ha messo a disposizione una reperibilità H24, il 71,1% ha attivato un servizio di segreteria telefonica negli orari di chiusura e il 24,5% possiede un numero verde dedicato; 4.400 le operatrici che nel 2017 hanno lavorato presso i centri antiviolenza, di queste il 56,1% è stato impegnato esclusivamente in forma volontaria.
Il corteo di domani quest'anno ha una matrice politica a difesa dei diritti delle donne, dei migranti e della comunità Lgbtq+ contro cui -spiegano le organizzatrici- "il governo Salvini-Di Maio si è fatto portatore di una vera e propria guerra, attraverso misure e proposte di legge che insistono su un modello patriarcale e autoritario che vorrebbe schiacciare e ridurre al silenzio la nostra libertà".
La manifestazione nazionale di Non Una Di Meno a Roma partirà alle 14 di domani da Piazza della Repubblica e arriverà sino a Piazza San Giovanni mentre il giorno dopo, 25 novembre, si terrà - dalle 10 alle 16 al Liceo Scientifico Statale Nomentano in Via della Bufalotta, 229 - l'assemblea nazionale per organizzare lo sciopero globale del prossimo 8 marzo. Previsto anche uno spazio Bimbx ovvero un furgoncino dove sarà possibile riposarsi o per chi ha figli piccoli allattare o cambiare i pannolini.