Per l’ultimo saluto a Silvia e Ugo 2.000 persone in piazza e le note di Vasco Rossi
Marito e moglie romagnoli, sono morti insieme in moto sulla Ss45bis a Dro il 20 maggio. Una tragedia, la loro, che ha avuto eco nazionale e scosso trentini e romagnoli, anche perché legata all'evento dell'anno, il concerto di Vasco a Trento al quale la coppia era diretta al momento dell'incidente
CESENA. Una mobilitazione così - di persone, anime e sentimenti - non si era mai vista a Sarsina, il paese di 3300 abitati alle porte di Cesena dove giovedì pomeriggio si sono svolti i funerali di Ugo Beltramme e Silvia Ruscelli, marito e moglie romagnoli morti insieme in moto sulla Ss45bis a Dro venerdì scorso.
Una tragedia, la loro, che ha avuto eco nazionale e scosso trentini e romagnoli, anche perché legata all'evento dell'anno, il concerto di Vasco a Trento al quale la coppia era diretta al momento dell'incidente. La borgata cesenate si è fermata per un giorno di lutto cittadino.
Strade chiuse, scuole chiuse, serrande abbassate. In teatro è stata allestita la camera ardente dalla quale poi il corteo funebre, seguito da centinaia di persone, ha raggiunto la chiesa di Sarsina per le esequie celebrate dal vescovo Douglas Regattieri.
Ugo e Silvia erano persone conosciute e molto amate in paese. Geometra comunale lui (in un centro vicino) e medico oncologo lei, hanno lasciato un segno profondo nella comunità e tra amici e colleghi. Per i quali il primo pensiero è stato per Giulia, Marta e Irene, le tre figlie di 9, 12 e 17 anni travolte dalla tragedia trentina.
Per questo motivo i colleghi di Silvia Ruscelli dell'Irst di Meldola si sono rivolti all'Istituto Oncologico Romagnolo per avviare una campagna di crowdfunding. Oltre a mettere a disposizione la propria piattaforma (insiemeachicura.it) con l'unico fine del mantenimento delle bambine, lo Ior ha contribuito con una donazione di 5.000 euro. Chiunque potrà fare la propria offerta, donando a questo indirizzo.
«Ci è sembrato l'unico modo sensato di reagire ad una tragedia che di sensato non ha nulla - dice il direttore generale dell'Istituto Fabrizio Miserocchi - riteniamo che sia la maniera migliore per restituire qualcosa ad una persona che ha dato tanto alla lotta contro il cancro in Romagna». Nella chiesa di San Vicinio è entrata solo una parte delle duemila persone presenti al funerale officiato da una decina di sacerdoti. Alla fine del rito tra quelle anime è risuonata «Vivere», la canzone di Vasco Rossi.