Nuovo argine lungo il fiume Sarca per proteggere dalle esondazioni la zona industriale
Un milione e trecentomila euro per un intervento deciso a seguito delle piene del corso d'acqua del 3 ottobre 2020, indice di un'insufficienza idraulica successivamente suffragata da uno studio che evidenzia la debolezza di alcuni tratti di alveo, tra cui molti nell'attraversamento della città
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TRENTO. Un milione e trecentomila euro per sistemare gli argini del fiume Sarca nella zona industriale di Arco. È di alcuni giorni fa la determinazione del dirigente del servizio Bacini montani, Lorenzo Malpaga. È il terzo corposo intervento provinciale che viene deciso a seguito delle piene del corso d'acqua tra il 2 e il 4 ottobre 2020. Il primo fu la sistemazione dell'alveo.
Il secondo intervento di 3,6 milioni è stato deciso una decina di giorni fa per alzare l'argine sinistro del fiume Sarca a valle del ponte storico di Arco (in località Caneve) e l'allargamento della sponda sinistra in corrispondenza della successiva passerella ciclopedonale; il tutto su un tratto di circa 575 metri lineari.Il terzo intervento, quello da 1,3 milioni, prevede nel progetto esecutivo «il potenziamento di alcuni tratti delle arginature esistenti nel tratto antistante l'area produttiva in località Linfano e prevede - si legge nella determina - il sovralzo dell'argine destro del fiume in località Linfano, la zona industriale, posta a valle del ponte della tangenziale.
L'intervento «si è reso necessario - spiega Malpaga nel testo - a seguito dell'esondazione in corrispondenza della piena del 3 ottobre 2020, indice di un'insufficienza idraulica successivamente suffragata da uno studio idraulico del Basso Sarca che evidenzia la debolezza di alcuni tratti di alveo, tra cui molti nell'attraversamento di Arco.
Il progetto esecutivo nel suo complesso prevede la creazione di un muro esterno alla pista ciclabile (il tracciato ciclopedonale rimarrà dunque tra il nuovo muro e il fiume ndr.) con funzione di delimitazione, di parapetto e ultimo presidio dell'argine destro del Sarca per un tratto di circa 750 metri lineari. Procedendo da valle verso monte l'intervento consiste nelle seguenti attività fissate» da tre "opere tipo". Opera tipo 1: «Nel tratto in parallo con la strada regionale 249, per evitare lo straripamento verso la strada e le industriale, il parapetto in legno, peraltro ammalorato e presente solo in alcuni punti, viene sostituito con un muro in calcestruzzo armato martellato».
Opera tipo 2: «Nel tratto adiacente a Dana spa il cordolo già presente viene sostituito con un'altra struttura in calcestruzzo armato martellato, di migliori caratteristiche e uniformità, sormontato da una lastra in acciaio corten. La recinzione già presente verrà smontata/rimontata ovvero sostituita anche in base ad accordi con la società e alle prescrizioni di carattere urbanistico».
Opera tipo 3: «Realizzazione di un piccolo cordolo di ammorsamento su cui impostare un parapetto in accaio corten di altezza complessiva, rispetto al piano ciclabile, di 1.2 metri; tale tipologia caratterizza il primo tratto a valle del complesso Aquafil, in aderenza alla siepe oggi presente».
L'amministrazione comunale di Arco inoltre effettuerà un quarto intervento nella zona di Caneve dove aveva commissionato uno specifico incarico per ricercare le criticità dovute all'interferenza tra la Sarca e la rete comunale. Nel 2020 si erano riscontrati infatti problemi sulla rete di smaltimento acque bianche.
«Lo studio delle interferenze tra Sarca e rete comunale - spiega l'assessore Nicola Cattoi - ha in particolare evidenziato una criticità in via Fitta, dove si è riscontrata l'insufficienza del collettore di scarico delle acque meteoriche esistente. La soluzione che verrà a breve adottata consiste nello sdoppiamento del collettore esistente. Al nuovo collettore verranno collegati i rami dei pluviali degli edifici presenti su via Fitta e bloccato il ritorno delle acque dal Sarca munendolo di valvole di non ritorno e creando la predisposizione per un sistema di pompaggio di emergenza. I lavori inizieranno entro l'autunno, in modo da essere conclusi entro fine anno».