Animali / La storia

Il cellulare ritrovato dopo 10 anni: serviva a localizzare un pastore australiano morto da poco

La nostra storia inizia quando i padroni di Blue decidono di andare a fare un'escursione in località Carcione, sopra Tenno, portandola ovviamente con loro. Ecco come è andata a finire

di Claudio Chiarani

TENNO. Una storia che parla di un cane, un pastore australiano che si chiamava Blue, dei suoi padroni, Chiara e Andrea e di un telefonino non proprio di ultima generazione ma pur sempre uno dei primi esemplari dotati di localizzatore GPS. La nostra storia inizia 10 anni fa quando i padroni di Blue decidono di andare a fare un'escursione in località Carcione, sopra Tenno, portandola ovviamente con loro.

Lei, perché Blue era femmina, indossava una sorta di zaino dove era piazzato il telefonino che, in caso di smarrimento del loro amato cane, poteva aiutare a ritrovarlo. Nello zaino anche appetitose crocchette perché camminare in montagna mette fame.

Bene, i nostri raggiunto Carcione lasciano Blue libera di scorrazzare per i prati in piena e totale libertà e lei dopo un po' di tempo ritorna ma senza zaino e senza quel cellulare che portava sempre con sè. Vabbè, poco male si dissero al tempo i due, era un modello vecchio pazienza, e così tornarono a casa senza pensarci più. Blue, poi, ne riceverà uno nuovo.

Siamo a Ferragosto 2024 quando Chiara riceve una visita sul luogo di lavoro da parte di una persona conosciuta che le dice: «Ma questo è il vostro cane? Abbiamo trovato questo telefonino e mio marito estraendo la sim card per capire se si potesse rintracciare il proprietario, ha potuto vedere tante foto tra cui, appunto, quelle di questo cane e di voi due. Eccolo qui».

Potete immaginare la sorpresa di Chiara nel vedere foto scattate con quel cellulare dieci anni fa in giro con Blue ma, ironia della sorte, proprio pochi giorni dopo che Blue se n'era andata per sempre. Con un pizzico di commozione e lacrime trattenute a stento, Chiara ha fatto vedere le foto trasferite su di un supporto informatico (una normale chiavetta usb, insomma) al suo compagno Andrea e che chi aveva ritrovato quel cellulare, che in dieci anni "vissuti" in un bosco sotto acqua, neve, umidità e chissà cos'altro ne deve aver viste tante, aveva consegnato loro grazie alla conoscenza personale.

Blue se n'è andata, dicevamo, pochi giorni fa, nemmeno un mese, ma l'emozione di aver ritrovato quel cellulare da lei perso dieci anni fa è stata grande, sia per i legittimi proprietari di Blue sia per la coppia che l'ha rinvenuto meno di un mese fa nei boschi di Carcione. Ah, lo zaino non c'era, le crocchette dunque nemmeno, tuttavia la storia meritava queste righe.

Come, ci sovviene, quel portafoglio perso a Ceniga anni fa mentre il proprietario faceva il bagno nei pressi del ponte romano e ritrovato casualmente oltre dieci anni dopo sul greto del Sarca vicino alla centrale idroelettrica. Dentro i documenti consumati dal tempo dalle intemperie e dall'acqua, meno che la vecchia tessera in plastica col codice fiscale del proprietario che, chiamato alla restituzione perché era stato trovato e portato all'autorità, ha detto alla stessa: «Io non ho perso nessun portafoglio» perché ormai quello smarrimento se l'era perfino dimenticato.

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