Società / Persone

Drena: faceva nascere i bambini, adesso lo fa con le mucche

Ventisette anni da ostetrica, lo stress e una nuova vita. La storia di Verena Manfrini, “oggi” una colonna dell’azienda agricola La Quadra. A introdurla nell'ambiente dell'azienda agricola è stato il compagno Stefano, uno dei proprietari della Quadra

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di Daphne Squarzoni

DRENA. «Ad un certo punto la vita ti mette davanti a un bivio: o continui sulla strada che hai sempre percorso oppure ti getti in un'avventura». Comincia così la storia di Verena Manfrini che per 27 anni ha lavorato come ostetrica per poi trovarsi davanti a quel bivio e gettarsi a capofitto nell'avventura che le ha cambiato la vita.

«Per 20 anni ho lavorato come ostetrica in sala parto: ho cominciato a Riva nel 1997 e sono passata ad Arco nel 2010 fino al 2016 quando è stata chiusa. Poi mi sono spostata a Riva del Garda al consultorio e ho cominciato a fare un lavoro completamente diverso da quello adrenalinico della sala parto».

Un lavoro che, seppur interessante, non entusiasmava Verena che, col passare del tempo, ha cominciato a sentirsi oppressa e affaticata: «Non mi sentivo più nel posto giusto e, anche se le donne non lo percepivano, io mi rendevo conto di questa cosa. Ero stufa di andare a lavorare e facevo davvero tanta fatica anche perché con il covid sono cambiate tante cose e in generale il lavoro di ostetrica in questi 27 anni è cambiato molto».

Dopo la scuola di infermiera, allora obbligatoria per diventare ostetrica, Verena si è trovata a fare un tirocinio in sala parto scoprendo la sua vocazione: «Ho assistito a questo parto e mi sono messa a piangere. Vedendomi in lacrime, un'ostetrica mi ha consigliato questa carriera e sono andata a studiare ostetricia a Bologna e poi ho cominciato a lavorare ad Arco. Rispetto a quando ho cominciato a lavorare in ospedale, la figura dell'ostetrica è molto cambiata come è accaduto anche a tante altre professioni. In più è venuta meno la realtà di Arco in cui sono cresciuta e che per me era una realtà familiare. Di andare a Trento o Rovereto non se ne parlava perché era inconciliabile con la gestione dei miei figli e anche col mio desiderio di rimanere in realtà piccole».

Proprio una realtà piccola e familiare è stato il nuovo approdo di Verena che ha cominciato a lavorare per l'azienda agricola La Quadra di Drena: «Fin da piccola ho sempre avuto passione del mondo agricolo: mio papà è un appassionato di orti, di campagna ed è una cosa che mi ha sempre affasciato».

A introdurla nell'ambiente dell'azienda agricola è stato il compagno Stefano, uno dei proprietari della Quadra: «Ha cominciato a coinvolgermi nei parti delle mucche e io ho riscoperto il mio lavoro, in modo diverso ma ugualmente appassionante. Poi, in seguito ad alcune vicende, Stefano ha espresso il desiderio di avermi più vicina in azienda».

A questo punto Verena è davanti al bivio: continuare con un lavoro che ormai non sente più suo o gettarsi a capofitto in una nuova realtà? «A me sono sempre piaciute le avventure e a La Quadra ho trovato un ambiente piccolo e accogliente, quello di un'azienda familiare, partita dai nonni, in cui il papà è una figura ancora molto importante e presente. Ho trovato una bella famiglia, ma soprattutto un lavoro totalmente diverso e stimolante». In questa nuova avventura Verena ha cominciato a lavorare con le mucche e nei campi, a prendere parte della vita agricola «che mi ha davvero ridato la pace. Io vengo da un lavoro mentale in cui la fatica è tutta nella mia testa. In campagna la fatica è fisica e la sera dormi bene senza paura di aver fatto danni irreparabili. Certo, ci sono le difficoltà, ma nel complesso mi piace questo lavoro. Un po' penso somigli a quello che facevo prima: curare una pianta è un po' come curare una persona, la vedi crescere, te ne occupi e alla fine il frutto è meraviglioso».

Accanto a questa vita agricola c'è anche l'aspetto dell'allevamento degli animali che nel caso de La Quadra cerca di essere quanto più sostenibile possibile integrando le varie attività dell'azienda.

«Le piccole realtà si possono permettere una sostenibilità maggiore: noi ad esempio nutriamo i maiali con gli scarti agricoli o della produzione casearia. Inoltre il bello delle piccole realtà è che riesci davvero ad umanizzare il lavoro con gli animali e se li vedi stare bene stai bene anche tu».

In questo contesto Verena ha trovato la pace di un lavoro manuale, l'accoglienza di un'azienda familiare e tutti i vantaggi di una piccola realtà che hanno reso la sua nuova avventura la strada giusta da percorrere.

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