Il Pd trentino: più forti con Belluno nell'Euregio
«Facilitare e promuovere la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale significa, alla fine, facilitare la convivenza, favorire una crescita omogenea di territori confinanti, porre le condizioni per valorizzare al meglio le risorse e promuovere le opportunità diverse dei diversi attori che partecipano a comporre una regione alpina anche geograficamente unita dalle Dolomiti».
Con queste parole il Partito democratico del Trentino spiega la sua presa di posizione a sostegno dell'estensione dell’area coinvolta nell’Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino alla vicina provincia di Belluno, in un primo momento con lo status di osservatore, alla stregua di quanto già avviene per il Voralberg.
«La richiesta - spiega il consigliere Luca Zeni - è contenuta in una mozione che abbiamo depositato ieri, nella quale si ricorda la necessità di costruire uno scenario nuovo, di cooperazione crescente tra aree vicine chiamate ad affrontare problematiche simili in un contesto globale molto critico. Mai come oggi si può dire che l'unione fa la forza tra le popolazioni alpine. Belluno condivide con noi il territorio dolomitico e da tempo guarda con interesse alla possibilità di costruire un percorso che metta a frutto esperienze e reciproche disponibilità a lavorare insieme. Mi aspetto, perciò, un'ampia condivisione in consiglio provinciale di questa iniziativa che amplia le visioni con l'obbiettivo ovviamente anche di assicurare il futuro della nostra terra.
Dal punto di vista formale, per quanto riguarda l'allargamento dell'Euregio agli amici bellunesi, la mozione invita il presidente Rossi a farsi portavoce, presso le assemblee legislative dell’Alto Adige e del Tirolo, della posizione favorevole del Trentino per la partecipazione alla prossima riunione congiunta dei tre organi legislativi dell’Euregio di una delegazione di rappresentanti della Provincia di Belluno, come primo passo per un possibile allargamento dell’Euregio a tutta l’area dolomitica».
Nel testo sul quale sarà chiamato a esprimersi il consiglio provinciale, si sottolinea che l'aggregazione di Belluno è uno sbocco logico: «Parrebbe naturale, in un contesto europeo sempre più rivolto a promuovere i territori omogenei che lo spirito di concertazione territoriale dei tre Länder vada a svilupparsi in forme allargate anche con i territori confinanti con uno sguardo di interesse, in particolare, verso l’area dolomitica. È questo il modo per anticipare future alleanze transnazionali, forme istituzionali mediane tra gli stati nazionali e l'Ue dedicate alla governance di singoli temi comuni».
L'importante novità si inserisce in un contesto storico che vede da tempo larga parte della società bellunese impegnata nel tentativo di superare il deficit di autogoverno vissuto da quest'area alpina di 200 mila anime, al confine con l'Austria, incuneata tra zone a statuto speciale, che da sempre chiede autonomia ma solo recentemente ha ricevuto dal Veneto i primi segnali concreti, nel 2013 con il riconoscimento della sua «specificità» nel nuovo Statuto regionale e quest'estate con il via libera alla legge quadro che, dando sei mesi per l'emanazione dei successivi provvedimenti, avvia il processo attuativo di trasferimento delle deleghe in una serie di settori strategici fra i quali le politiche per il turismo, l'agricoltura, l'energia, i trasporti, i rapporti transfrontalieri, le minoranze linguistiche (ladine e tedesche), la gestione del territorio, le attività economiche.
Uno degli strumenti di pressione politica messi in campo per richiamare l'attenzione del legislatore sono stati i referendum costituzionali con i quali decine di Comuni bellunesi della fascia di confine si sono espressi sul passaggio dal Veneto al Trentino Alto Adige o al Friuli Venezia Giulia. Quattro anni fa furono raccolte anche le firme per un referendum analogo esteso all'intera Provincia, ma il voto per chiedere il passaggio in blocco al Trentino Alto Adige venne bloccato dalla Corte di cassazione. Se i bellunesi avessero potuto recarsi alle urne, il risultato avrebbe dato corpo probabilmente al desiderio di veder nascere la Regione Dolomiti, che è il grande sogno del movimento Belluno autonoma Regione Dolomiti, uno dei soggetti organizzati più attivi in questi anni anche nella tessitura di rapporti di conoscenza e collaborazione con il Trentino, l'Alto Adige e i vicini territori austriaci.
Il presidente del Bard, Moreno Broccon, è entusiasta della possibile svolta nell'Euregio: «Belluno - commenta - ha sempre guardato con interesse all'Europa, per il confine con l'Austria, ma anche per il 40% di export dei suoi prodotti, nonché per vocazione naturale in quest'area alpina di frontiere e di legami, di passaggi e di incontri. Sono convinto che tantopiù nello scenario attuale l'Euregio rappresenta un'opportunità strategica di notevole interesse per tutta la zona dolomitica, chiamata ad affrontare sfide difficili alle quali sarà fondamentale saper rispondere con compattezza. L'Euregio allargata a Belluno rappresenterebbe un'area omogenea, quasi due milioni di persone che vivono sulle Alpi e intendono fermamente rimanerci lottando insieme contro i rischi dello spopolamento delle terre alte.
I vantaggi comuni sarebbero enormi, per esempio la possibilità di relazionarsi direttamente con Bruxelles su alcune materie di interesse strategico, quali l'agricoltura, oppure i progetti di sviluppo comunitari che si potrebbero mettere a punto con persone che condividono la stessa lingua: quella della montagna.
Proprio su questi temi il Bard, in una recente visita a Innsbruck, si è confrontato con i giovani dell'Övp (partito popolare tirolese, ndr) e ha trovato grande disponibilità alla collaborazione. Abbiamo scoperto che le loro visioni sono sovrapponibili alle nostre: attenzione primaria al proprio territorio, collaborazioni con i vicini, rapporti diretti con l'Europa. Presto torneremo a Innsbruck per incontrare il presidente del Landtag, Herwig Van Staa (ex governatore del Tirolo, ndr), e approfondire i temi di lavoro comuni».
A Belluno da sempre la rivendicazione autonomistica è al centro anche dell'attività di molti esponenti istituzionali, sia a livello regionale sia in Parlamento, dove siede fra gli altri l'ex sindaco del capoluogo Gianclaudio Bressa (Pd, oggi sottosegretario agli affari regionali e alle autonomie), da tempo eletto però in Alto Adige ma rimasto vicino anche alla sua terra di origine: vista l'esperienza parlamentare, il ruolo nell'esecutivo e la conoscenza profonda dell'intera materia, potrebbe essere proprio lui l'asso nella manica, sia per le istanze di autogoverno locale sia per le visioni di un futuro di stretta vicinanza e reciproco giovamento fra le popolazioni dolomitiche.
La prospettiva di allargamento dell'Euregio arriva fra l'altro quando Belluno, finalmente, dopo tre anni di mortificante commissariamento, si appresta il 28 settembre a ripristinare i suoi organismi rappresentativi provinciali, in forza della legge cosiddetta Delrio che ridisegna questo ente, lasciando maggiori margini di manovra alle zone di montagna, sia pure imponendo l'elezione indiretta dei suoi componenti (votano solo i consiglieri comunali). Il Pd è il partito di gran lunga maggiore nel Bellunese, anche se nel capoluogo esprime l'opposizione perché vinse le elezioni un'ala scissionista guidata dall'ex capogruppo in consiglio, Jacopo Massaro, poi diventato sindaco con un'aggregazione civica di centrosinistra; a Feltre, seconda città della provincia, il primo cittadino è Paolo Perenzin, proveniente da Sel, in una maggioranza che comprende i democratici.
Peraltro, alle recenti elezioni europee, accanto al noto exploit del Pd, in provincia di Belluno si è verificato un altro fenomeno inedito: la Svp ha sfiorato il 10% dei suffragi, grazie all'accordo tra il Bard e il candidato Herbert Dorfmann, in virtù del quale la vicina provincia dolomitica ha fornito un contributo significativo alla rielezione a Strasburgo (come unico deputato dell'Euregio)dell'uomo politico brissinese, chiamato ora a rappresentare nella Ue anche questo territorio e le sue aspirazioni di autonomia finora tradite da Roma.
Il futuro, dunque, potrebbe aprirsi a scenari particolarmente innovativi anche sul fronte delle architetture e delle geometrie istituzionali, mentre già oggi la realtà quotidiana presenta innumerevoli esperienze economiche e sociali che crescono attraverso i confini delle tre province dolomitiche.
Sul fronte politico, il passaggio più prossimo sarà il voto in consiglio provinciale a Trento sulla mozione Pd sulla quale si esprime favorevolemente anche la consigliera del gruppo misto Manuela Bottamedi, che da tempo segue con interesse le iniziative per aprire canali di cooperazione fra Trento, Bolzano e Belluno: «L'appoggeró con convinzione - spiega - in quanto si fa promotrice di una visione ampia e strategica della nostra autonomia e della cooperazione transfrontaliera avviata con l'Euregio. In un momento in cui prevale, a livello nazionale, la spinta centralista, in un momento come l'attuale in cui le autonomie locali e regionali subiscono un indebolimento e un ridimensionamento senza precedenti nella storia costituzionale, si impone più che mai un potenziamento degli strumenti politici e giuridici che favoriscono l'autogoverno e permettono alleanze e forme di collaborazione tra territori contigui ed omogenei dal punto di vista geografico, storico, culturale ed economico. Allargare l'area dell'Euregio all'intera regione dolomitica, compiendo passi graduali verso un'integrazione della provincia di Belluno, andrebbe proprio in questa direzione».
Anche Filippo Degasperi, consigliere provinciale M5S, pur diffidando dello strumento Euregio, caldeggia un rapporto stretto fra il Trentino Alto Adige e il Bellunese: «È prioritario riconoscere l'importanza della vicinanza non solo geografica con la provincia veneta con cui condividiamo ambiente, cultura, tradizioni. Da sempre considero l'Euregio un carrozzone fuorviante, utile solo a chi vuole distruggere la Regione Trentino Alto Adige. Avviamo invece una collaborazione con Belluno (turismo, ambiente, formazione...). Se per raggiungere questo obiettivo è necessario utilizzare la scatola vuota dell'Euregio, almeno sarà servita a qualcosa».
(nella foto, veduta di Belluno)
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