Belluno, Rossi in campo accanto agli autonomisti
Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi (Patt), scende in campo accanto agli autonomisti bellunesi del movimento Bard, nella campagna elettorale del centrosinistra in Veneto. L'evento, che segna un'uscita per molti versi storica, è in programma a Feltre la sera di lunedì prossimo, 18 maggio, in vista delle regionali del 31 maggio nelle quali il Bard corre nella lista Veneto civico, in forza di un accordo con il Pd e la candidata presidente Alessandra Moretti su punti fondamentali del progetto di autogoverno di questa provincia alpina.
Rossi incontrerà la cittadinanza insieme con i tre candidati di Belluno autonoma Regione Dolomiti: Alessandra Buzzo, sindaco di Santo Stefano di Cadore; l'agordino Danilo Marmolada, vicepresidente del Bard e presidente della Federazione bellunese tra le unioni culturali dei ladini dolomitici; il feltrino, ex Pd, Andrea Bona.
L'accordo, che impegna il governo Renzi, prevede fra l'altro che la Provincia di Belluno ritorni a essere eletta dai cittadini, superando così il mortificante declassamento subito con l'entrata in vigore della legge Delrio (56 del 2014) di riforma di questi enti di area vasta. La medesima legge lascia infatti aperto uno spiraglio per le sole province interamente montane e confinanti con stati esteri (Belluno, Sondrio e Verbano-Cusio-Ossola), mentre lo stesso articolo 40 del disegno di legge di revisione costituzionale, ora all'esame del Parlamento, prevede che la nuova architettura istituzionale tenga conto della specificità delle aree di montagna.
Nel caso bellunese, inoltre, va aggiunta la presenza di minoranze linguistiche (ladine e germanofone).
Il relativo disegno di legge, per il quale ci si impegna a trovare una corsia preferenziale in Parlamento, è stato depositato pochi giorni fa e porta la firma dei deputati Roger De Menech (bellunese, segretario del Pd veneto e già sindaco di Ponte nelle Alpi), Daniel Alfreider (Svp), Enrico Borghi (Pd) e dell'ex governatore trentino, oggi deputato, Lorenzo Dellai.
L'iniziativa parlamentare si interseca con le nuove norme regionali già in vigore, ma non attuate dalla giunta veneziana, in materia di specificità e autogoverno del Bellunese: Statuto e legge applicativa stabiliscono che la Provincia dolomitica riceva le deleghe per occuparsi di politiche transfrontaliere, minoranze linguistiche, governo del territorio e tutela del paesaggio, risorse idriche ed energetiche, viabilità e trasporti, foreste, caccia e pesca, sostegno e promozione delle attività economiche, dell’agricoltura e del turismo. Ora l'attesa bellunese è che la legge nazionale dia impulso alla rapida attuazione di questo trasferimento di competenze e delle relative coperture finanziarie, atto che la candidata Moretti ha assicurato di voler adottare immediatamente qualora fosse eletta alla presidenza del Veneto. Per gli altri territori alpini che soffrono di un deficit istituzionale, potrebbe prendere forma via via un modello di governance replicabile.
La cornice in cui si inserisce questa operazione politica è evidentemente ampia e riguarda anche il Trentino Alto Adige, sia perché prende corpo a Belluno - in una dimensione ovviamente diversa - un asse centrosinistra-autonomismo che riprende quanto avviene fra Pd-Patt-Svp e le altre forze locali; sia perché appare chiaro l'intento di estendere le ragioni dell'autonomia e riunirne i «paladini», per assicurare un governo adeguato e un futuro ai territori alpini.
Sullo sfondo ci sono anni di progressivo avvicinamento fra diverse espressioni della politica nelle tre province dolomitiche: protagonisti sia il Bard, esponenti di primo piano degli autonomisti trentini e sudtirolesi, così come figure del Pd nei vari territori, come l'attuale sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa, in passato sindaco di Belluno ma da anni in Sudtirolo (dove è stato ripetutamente eletto al Parlamento).
Un altro passaggio di questo processo politico è stato l'accordo elettorale, un anno fa, tra il Bard e la Svp per il sostegno all'europarlamentare uscente Herbert Dorfmann (poi rieletto), che ha raccolto oltre 6 mila preferenze, con la Stella alpina che ha sfiorato il 10% dei voti nel Bellunese, territorio col quale il politico sudtirolese sta mantenendo uno stretto legame.