«Coltivare la canapa legale occasione per la montagna»

Lo spiega la giovane bellunese Manuela Pierobon

di Zenone Sovilla

La coltivazione delle varietà di canapa non soggette al proibizionismo rappresenta un'opportunità anche per l'agricoltura in montagna. Lo spiega la giovane bellunese Manuela Pierobon, che ha avviato un progetto per il recupero di una coltura che apparteneva a pieno titolo alla tradizione di quest'area dolomitica.

«La canapa - spiega - è un pianta straordinaria, molto forte e facile da coltivare, non richiede diserbanti e aumenta la fertilità dei suoli. I suoi impieghi sono davvero molteplici, con interessanti prospettive di redditività: si può utilizzare per produrre, fra l'altro, tessuti, olio (con eccellenti caratteristiche nutrizionali), farina, carta, bioplastica, farmaci, materiali per la bioedilizia.

Questa coltura consente, inoltre, di ridurre notevolmente l’impatto ambientale del modello agricolo oggi prevalente: la canapa potrebbe diventare uno dei simboli di un sistema economico rispettoso dell’ecosistema».

L'esperienza (illustrata nel dettaglio in questa audiointervista) nasce sulla scia di una ricerca storica ed è stata avviata da Manuela Pierobon a Ponte nelle Alpi, vicino a Belluno: riguarda sia la coltivazione della canapa sia iniziative di divulgazione, anche con serate pubbliche che registrano parecchio interesse.

«Purtroppo le politiche proibizioniste hanno creato un clima di diffidenza anche nei riguardi di questa pianta la cui coltivazione è perfettamente legale. Per semplificare le cose alle persone che intendono provare a seminare la canapa, ho chiesto e ottenuto dal ministero dell'agricoltura di poter svolgere su base collettiva l'iter dell'acquisto dei semi e delle comunicazioni alle autorità circa la presenza delle colture sul territorio. Così, nel giro di una stagione, i coltivatori di canapa nel Bellunese sono già diventati una quindicina.

Permangono, però, varie criticità che ostacolano lo sviluppo di questa attività agricola. Innanzitutto, la difficoltà a reperire i macchinari specifici, sia per quanto riguarda il lavoro nel campo sia per le fasi successive al raccolto», conclude la giovane bellunese, che è laurata in scienze ambientali e utilizza per la divulgazione sul tema della canapa anche il sito Web Canapicultura, nel quale si trovano informazioni storiche e scientifiche, nonché i resoconti sulle varie fasi dell'attività agricola sperimentata dal 2014 a Ponte nelle Alpi.

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