Il Soccorso alpino veneto: "Basta inutili sentenze social, fanno male ai parenti delle vittime"
Post in Fb per invitare al silenzio chi fa "sparate da tastiera" sulle cause della valanga. Intanto, la Procura di Trento, che ha avviato le indagini, ribadisce che si è trattato di un evento imprevedibile
LE RICERCHE Ritrovate altre due salme sulla Marmolada
TRENTO. Per chiarire le cause del disastro in Marmolada la Procura di Trento, dove oggi si è svolto un vertice con i carabinieri per il proseguimento delle indagini, si avvarrà di esperti "per capire, dal punto di vista idraulico, come mai c'era questa grossa massa d'acqua".
Lo ha detto il procuratore capo, Sandro Raimondi, aggiungendo che "la prevedibilità dell'evento è esclusa, non c'è. Noi apriamo tutte le porte che abbiamo davanti per verificare cosa è successo e ricostruire il fatto". L'inchiesta per disastro colposo - un atto dovuto in seguito al crollo della Marmolada - procederà anche con l'ascolto di testimonianze e analisi del materiale video a disposizione.
Il disastro in Marmolada ha provocato un grande clamore mediatico e sui social, catalizzatori di giudizi frettolosi e verità assolute un tanto al chilo, sono spuntati vari "esperti" di montagna e glaciologi dell'ultimo minuto. Una situazione che ha portato il soccorso alpino del Veneto a diffondere una nota, proprio su Facebook: "Ci sono feriti, vittime, dispersi. Soprattutto ci sono figli, genitori, parenti, amici. Le sentenze sui social, le sparate dei saggi di turno, i giudizi da tastiera, le critiche gratuite, la vita sbandierata, i dettagli macabri, a loro fanno male, senza motivo e senza alcuna utilità. Cerchiamo invece tutti di imparare da questo grande dolore e dalla sofferenza della montagna. In silenzio".
Questa mattina, intanto, a Canazei sono arrivati i carabinieri del Ris di Parma a cui la procura di Trento ha delegato le analisi sul materiale genetico prelevato dai resti delle vittime del disastro, che sarà confrontato con quello dei parenti che si sono presentati o sono stati rintracciati dai carabinieri.
"Nel tempo più rapido possibile porteremo tutti i campioni dei resti e dei parenti in laboratorio a Parma, dove procederemo all'estrazione e alla tipizzazione del Dna, al ricongiungimento dei resti e all'identificazione delle salme. Diamo priorità massima a questo lavoro ed è altrettanto evidente che io non posso che parlare dei resti ad oggi disponibili. Stesso discorso per i resti che dovessero emergere domani o successivamente. Ma ovviamente il cerchio non si chiude fino a che non avremmo tutti i reperti a disposizione", ha detto il comandante del Ris, Giampietro Lago dal centro della val di Fassa.
Per consentire le ricerche e allontanare curiosi ed escursionisti dall'area interessata dal crollo il sindaco di Canazei ha approvato una nuova ordinanza che circoscrive l'area di chiusura del massiccio, limitando il divieto di accesso al versante nord con la forcella Marmolada. L'accesso all'area è consentito dunque solo agli operatori autorizzati che stanno conducendo le ricerche in quota, che hanno permesso, oggi, di trovare altri resti nella zona nel ramo di destra della frana, in prossimità del Piccolo Vernel e del Gran Vernel.