Dolomiti / La storia

Carlo Budel riapre Capanna Punta Penìa: «Dopo il crollo volevo mollare, i parenti delle vittime mi hanno dato la forza»

Il "custode" della Marmolada ieri è tornato a quota 3.343 e ha trovato la struttura completamente sepolta dalla neve. In Fb il commovente annuncio dell'imminente riapertura, con il pensiero a chi ha perso la vita il 3 luglio dell'anno scorso: "Adesso sono di nuovo pronto a vivere l'estate in cima alle Dolomiti, insieme agli 11 angeli che saranno lassù con me"

TRAGEDIA Ritrovata l'undicesima vittima, non risultano altri dispersi
RICERCHE Concluso l'intervento: trovati altri reperti delle 11 vittime
TESTIMONE «Sotto il ghiacciaio veri e propri torrenti d'acqua»
DOPO
La Marmolada riapre ad escursionisti e sciatori

TRENTO. "Oggi tornare lassù dopo 8 mesi mi ha fatto capire quanto amo stare lassù, già lo sapevo ma ogni volta mi scende la lacrimuccia".

Carlo Budel, è tornato sulla cima della Marmolada, ha trovato Capanna Punta Penìa, a quota 3.343, sommersa nella neve e ha cominciato a spalare: il rifugio riaprirà nel prossimo mese di giugno.

Lo scorso anno fu segnato dal profondo dolore per la tragedia del 3 luglio, un dolore che si riverbera anche sul presente: la terribile slavina che provocò undici vittime fra gli escursionisti che quel giorno, verso le 13, si trovavano sul ghiacciaio.

E a loro, alle vittime incolpevoli, Carlo Budel ha dedicato il primo pensiero annunciando in Facebook il ritorno alla Capanna, avvenuto ieri: "Lo scorso anno dopo il crollo volevo mollare ma sono stati i parenti delle vittime a darmi forza per tornare, a Vicenza, un posto in cui tornare, lo trovate su fb e io gli ho conosciuti, loro mi hanno motivato...

Adesso sono di nuovo pronto a vivere l'estate in cima alle Dolomiti insieme agli 11 angeli che saranno lassù con me", scrive il rifugista di 49 anni, originario del Feltrino (Belluno), che si appresta a trascorrere la sesta stagione sulla Regina delle Dolomiti.

Marmolada, Capanna Punta Penìa sepolta dalla neve: Carlo Budel prepara la riapertura

«Dopo il crollo volevo mollare, i parenti delle vittime mi hanno dato la forza»: così il noto rifugista Carlo Budel ha annunciato in Fb che a giugno la struttura in cima alla Marmolada, Capanna Punta Penìa, riaprirà. I pensieri del "custode" del ghiacciaio sono per le vittime della tragica slavina del 3 luglio 2022: "Adesso sono di nuovo pronto a vivere l'estate in cima alle Dolomiti, insieme agli 11 angeli che saranno lassù con me". Ora alla Capanna si lavora per spalare l'enorme quantità di neve caduta in primavera, quasi quattro metri [foto dal Fb/Carlo Budel]

Alle persone che hanno perso la vita, in maggioranza venete, il 3 luglio 2022 sarà dedicata una cerimonia commemorativa il prossimo 2 luglio, celebrata presso la croce di vetta: sarà una domenica di ricordo e riflessione cui tutti potranno partecipare, grazie al maxischermo che verrà allestito a passo Fedaia.

A perdere la vita a causa della paurosa slavina furono la trentina Liliana Bertoldi di Levico, i fidanzati Manuela Piran e Gianmarco Gallina, i coniugi Davide Miotti ed Erica Campagnaro, Nicolò Zavatta, Filippo Bari, Paolo Dani e Tommaso Carollo e due turisti della Repubblica Ceca, Pavel Dana e Martin Ouda.

Budel, gestore della Capanna, custode della Marmolada, ieri mattina è arrivato in vetta insieme con il proprietario della struttura, Aurelio Soraruf, grazie a un trasbordo in elicottero. In cima hanno trovato la Capanna letteralmente sepolta dalla massa enorme di neve caduta nelle ultime settimane, segnate dal maltempo. Quasi quattro metri di neve.

E quindi è cominciato il lavoro con la motosega e la pala per liberare il rifugio e prepararsi a una nuova avventura sul ghiacciaio.

Carlo Budel, giù autore del fortunato volume "La sentinella delle Dolomiti", sta per arrivare in libreria con “5 stagioni. La mia vita sulla Marmolada” (Sperling & Kupfer), disponibile dal 30 maggio.

"Da cinque anni, Carlo Budel - spiega l'editore - è il custode della Marmolada. Gestore di Capanna Punta Penìa, il rifugio più alto delle Dolomiti, passa le sue stagioni estive a 3.343 metri d’altitudine ad accogliere chi, come lui, cerca un riparo fisico e spirituale nella montagna.

Qui, tra terra e cielo, tra la ferocia delle tempeste e la bellezza della natura incontaminata, tra il silenzio del- la neve che cade e l’assordante rumore del vento, da solo e in compagnia, ha vissuto il bello e il brutto della montagna. In questo libro dal forte sapore narrativo, Carlo racconta a cuore aperto ciò che la montagna gli ha mostrato e insegnato nelle ultime stagioni, dai disastri della siccità alla magia dell’amicizia in alta quota, da storie di solidarietà a racconti di solitudine, fino al resoconto del terribile 3 luglio 2022.

Il giorno della tragedia del distacco del seracco della Marmolada, in cui morirono undici persone, Carlo era in Capanna.

Da Punta Penìa ha sentito il boato assordante, ha visto le operazioni di ricerca, ha assistito al viavai, nel panico, degli escursionisti che erano con lui.

Ha lasciato il suo rifugio solo dopo alcuni giorni, incapace di abbandonare la sua casa anche se pieno di disperazione".

comments powered by Disqus