La famiglia distrutta in Cadore, l'automobilista tedesca resta in arresto: è piantonata in psichiatria
Emerge che Angelika Hutter, bavarese di 32 anni, girava dall'autunno scorso tra Veneto e Trentino Alto Adige: la Procura ha disposto valutazioni più accurate sullo stato mentale, dopo la tagedia di giovedì scorso, con l'Audi nera che ha travolto e ucciso Mariagrazia Zuin, suo genero Marco Antoniello, e il piccolo Mattia di due anni, villeggianti sulle Dolomiti nel Bellunese
IMMAGINI La drammatica scena della tragedia a Santo Stefano di Cadore
TRAGEDIA Lo strazio del nonno: "Camminavamo sul marciapiede, in fila indiana"
BELLUNO. È piantonata in una camera del reparto di psichiatria dell'ospedale Santi Giovanni e Paolo di Venezia, Angelika Hutter, la 32enne tedesca accusata di aver travolto e ucciso tre persone che stavano camminando sul marciapiede a Santo Stefano di Cadore (Belluno).
Già da domenica la donna, per la quale ieri mattina è stato convalidato il fermo per omicidio stradale plurimo, aveva lasciato la cella del carcere femminile della Giudecca, in laguna, per essere trasferita nel nosocomio, dove si è chiusa nel mutismo più assoluto.
Dopo essere stata bloccata giovedì scorso con la sua Audi nera davanti ai corpi martoriati di Mariagrazia Zuin, 64 anni, di suo genero Marco Antoniello, di 48, e del nipote Mattia di due anni, non ha avuto un crollo psichiatrico evidente ma la Procura ha deciso di procedere a valutazioni più accurate sul suo stato mentale.
Ieri, dunque, nel corso dell'udienza di convalida davanti al gip Enrica Marson e al difensore d'ufficio Giuseppe Triolo non vi è stato il previsto interrogatorio ma un dialogo tra i responsabili dell'Azienda sanitaria, del carcere e gli inquirenti per valutare se questo possa essere svolto in un prossimo futuro.
Il procuratore Paolo Luca riferirà oggi in conferenza stampa ai giornalisti quanto è stato appurato sino ad ora in fase investigativa.
Finora, dice infatti la Procura, sono state fatte ricostruzioni «caratterizzate da imprecisioni e, talora, anche da vere e proprie fantasie, destinate a creare confusione e sconcerto nell'opinione pubblica».
Dunque, «per evitare l'ulteriore diffusione di notizie inesatte o di fantasia e per consentire un'informazione rispettosa dei fatti e corretta - chiarisce il procuratore - considerate anche le plurime richieste provenienti da giornali e televisioni, si rende necessario organizzare una conferenza stampa nel corso della quale la Procura fornirà le sole notizie compatibili col rispetto del segreto d'indagine».
Una decisione che può essere spiegata anche con i tanti commenti al vetriolo nei confronti della donna e del suo legale apparsi in rete nelle ultime ore.
Nel frattempo si sta delineando sempre più il profilo di Hutter, una turista che vagava già dall'autunno tra Trentino-Alto Adige e Veneto, dormendo e mangiando per lo più in auto, denunciata peraltro a Bolzano per un martello nello zaino.
Da promessa dell'atletica era diventata in questi anni una grafica precaria, scendendo man mano i gradini di uno stato mentale non stabile, sempre in lotta con i propri demoni personali.
È stato il Covid, stando a quanto lei stessa scrive nel suo profilo Facebook, il vero spartiacque tra una vita «normale» e un'esistenza bordeline, segnata da rabbia e irrequietezza. In quel periodo iniziano le frasi sulla sua difficoltà a farsi capire, la propensione a metafore involute e spesso incomprensibili.
Il suo sentirsi diversa, con pensieri sempre più sconnessi. Paradigmatica una riflessione di tempo fa condivisa con gli amici: «Dov'è il confine tra sanità mentale e follia e chi lo definisce?». [Ansa]
[Nella foto, la drammatica scena dell'incidente e nel riquadro, Angelika Hutter]