Olimpiadi 2026, c'è l'offerta di Pizzarotti in extremis per la pista da bob di Cortina
L'ultima chance per cercare di mantenere sulle Dolomiti bellunesi le gare (anche di slittino e skeleton), un progetto in versione ridotta, costi per 120 milioni di euro: se verrà aggiudicato, bisognerà convincere i vertici del Cio (finora propensi a spostare all'estero le competizioni). E in ogni modo sarà una corsa contro il tempo: i cantieri dovrebbero partire entro metà di febbraio
LO STOP Il governo ha rinunciato alla pista
I CONTRARI Impianto a Cortina? Sfregio alla sostenibilità
PINÈ Niente pattinaggio, ma risarcimento di 50 milioni
BELLUNO. Arriva sul filo di lana l'ultima chance per il bob a Cortina: c'è un'offerta, del gruppo emiliano Pizzarotti, per la costruzione della nuova pista nella città ampezzana che - Cio permettendo - dovrebbe ospitare le gare di bob, slittino e skeleton delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. La svolta - annunciata in mattinata dal presidente del Veneto Luca Zaia, "sembra sia arrivata un'offerta, verificheremo..." - viene confermata dopo nel primo pomeriggio: alla scadenza fissata da Simico (Società infrastrutture Milano Cortina) per il bando pubblico - ore 12 del 18 gennaio - nel portale appalti del Mit compare una offerta per Cortina. È quella del gruppo Pizzarotti, un colosso delle costruzioni, del quale si era già parlato in occasione della prima gara d'asta, agosto 2023, andata poi deserta.
Il nuovo progetto light della pista, approntato da Simico per ridurre costi e tempi di costruzione, ha convinto l'impresa di Parma. La Commissione aggiudicatrice dovrà vagliare adesso che l'offerta rispetti i requisiti economici e tecnici del bando.
Poi, se verrà aggiudicato, il Coni e la Fondazione Milano-Cortina avranno in mano la carta per provare a convincere i vertici del Cio che la pista in Italia si può fare.
Finora il Comitato olimpico internazionale è rimasto fermo nell'idea di ricorrere a "impianti esistenti" - che nel Paese non ci sono - e di evitare di lasciare 'cattedrali nel deserto', com'è stato per Cesana dopo i Giochi di Torino 2006.
A rompere l'empasse tra Cesana e Cortina, durante la cabina di regia del 5 dicembre, era stato il vicepremier e ministro delle infrastrutture Matteo Salvini, in ticket con Luca Zaia: "Si è perso troppo tempo - aveva detto - Presenterò un progetto che non costerà un euro in più agli italiani". Il proposito era quello di mettere Losanna davanti ad un piano esecutivo finanziato, per far cambiare idea al presidente Thomas Bach.
Il valore del bando per la pista, da fare sul tracciato della ex Eugenio Monti - 1.445 metri, 16 curve, 107 metri di dislivello - è quello della prima gara: 81 milioni di euro, ma 625 giorni di cantieri (contro gli 807 precedenti).
In più, nel nuovo bando è stato deciso che l'impresa vincente avrà il 30% di anticipo sull'importo contrattuale. Altro aspetto fondamentale: trattandosi di un appalto per un'opera pubblica coperto da fondi statali, la pista verrà costruita in ogni caso, anche se il Cio non dovesse dare parere favorevole.
Nel nuovo progetto Simico ha limato finiture e opere di contorno (parcheggi, edifici delle partenze, strade interne, tribune e coperture), per ridurre i costi, il monte-ore di lavoro, che garantisce un più alto margine di profitto, e soprattutto tagliare i tempi.
L'importo totale del futuro Sliding Center di Cortina sarà di 120 milioni, perché oltre alla costruzione della nuova Monti vanno aggiunte le spese amministrative, di progettazione, per l'analisi dei terreni, l'Iva.
Ma è una corsa contro il tempo: fatta l'aggiudicazione, i cantieri dovranno aprire non oltre la metà di febbraio, per avere una pista pronta alla metà di novembre 2024. La pre-omologazione e i test di gara sono previsti nei primi due mesi del 2025, ad un anno dall'apertura dei Giochi 2026. Sempre che il Cio accetti di derogare sui tempi, e che il meteo dell'inverno dolomitico non si metta di mezzo.