Grandi opere a rischio
Protonterapia rischia di essere una delle ultime grandi opere dell'era Dellai ereditate dalla nuova giunta Rossi. Il resto dei grandi progetti è già stato sepolto o è a forte rischio a causa dei costi eccessivi in un periodo di contrazione delle risorse. Il governatore Rossi ha già detto no a Metroland e al collegamento ferroviario Rovereto-Riva e ci sono buone probabilità che nel cassetto finiscano anche la funivia Trento-Bondone, la Val (il metrò di superficie di Trento) e il boulevard sognato dall'architetto Busquets. Sulla protonterapia e le sue problematiche Rossi spiega: «Ora che la struttura è stata completata, va fatta funzionare al meglio»
TRENTO - Protonterapia rischia di essere una delle ultime grandi opere dell'era Dellai ereditate dalla nuova giunta Rossi. Ci sono 500 milioni di euro di opere pubbliche sotto la lente della giunta provinciale che conosceranno il loro destino entro la metà di gennaio. Allora si saprà quali cantieri saranno accantonati definitivamente e quali saranno solo rivisti nei tempi.
Di certo, ad oggi, c'è il no di Ugo Rossi a Metroland e al collegamento ferroviario tra Rovereto e Riva. «Basta leggersi il programma elettorale - afferma il presidente della Provincia - per capire che avevo già escluso Metroland dai progetti fattibili e avevo chiarito che sulla tratta tra Rovereto e Riva il collegamento ferroviario va approfondito in questa legislatura per i pro e i contro. Ma certo non possiamo promettere che venga realizzato in questi cinque anni».
In bilico ci sono anche altri progetti della passata legislatura. Come il progetto del polo dell'informatica all'ex Italcementi. Dove, spiega Rossi, «il trasferimento delle scuole è confermato, mentre lo spazio per le imprese Ict ha costi elevati». E, dunque, rischia di restare monco il progetto di Lorenzo Dellai che aveva visto nell'unione tra scuole e aziende informatiche da realizzarsi nell'area oggi della Cooperazione trentina un elemento del dialogo tra imprese e istruzione superiore. Per le scuole, resta da capire come verranno riorganizzati i servizi sul territorio: in base alle linee guida che verranno messe in atto, ci sarà anche una revisione dell'edilizia scolastica.
Prima ancora della spending review di Ugo Rossi, un'altra delle grandi opere del passato cadute sotto la necessità di rivedere i costi dell'Università è la mega-bilbioteca d'Ateneo firmata dall'architetto Mario Botta. Il suo posto dovrebbe essere preso dall'attuale centro congressi dell'area ex Michelin, situato molto più a sud del polo delle facoltà di via Verdi-via Inama- via Tomaso Gar. In quell'edificio, con costi inferiori a quelli previsti, dovrebbe trovare posto, rivisto, il progetto della bilbioteca con gli spazi per la lettura e lo studio dedicati agli universitari. Con un costo ridotto dai 50 milioni della biblioteca di Botta ai 28,4 del nuovo centro congressi.
Sul fronte dei progetti ferroviari, oltre a Metroland (3,6 i miliardi di euro di investimento previsto in totale), la Provincia in questa legislatura farà quasi sicuramente a meno di far partire anche i lavori per realizzare i binari tra Rovereto e Riva. A differenza della strada Loppio-Busa da 268 milioni di euro, il cui bando è partito e che Rossi ha già confermato tra le opere da realizzare, ecco che il sogno di arrivare in treno da Rovereto a Riva va spostato quantomeno nella prossima legislatura. «Alcune opere non verranno cancellate - spiega Rossi - Quei 500 milioni di euro di investimenti nelle opere pubbliche saranno rimodulati. Il che vuol dire che alcuni investimenti saranno spostati avanti nel tempo, mentre altri potranno anche essere anticipati».
Tra quelli che rischiano di essere posticipati di almeno 5 anni, per il tempo dell'intera legislatura, c'è anche la funivia di collegamento tra Trento e il Monte Bondone con partenza dall'ex Sit. «Occorre essere realisti - commenta ancora Rossi - Rispetto alla realizzazione in questi 5 anni la vedo difficile. Per la funivia vale lo stesso discorso fatto per la Rovereto-Riva. Certo, in futuro, per sostenere la logica turistica di Trento, il progetto potrà essere riconsiderato». Difficile che veda la luce anche lo spostamento della stazione ferroviaria da Piazza Dante allo Scalo Filzi, anche qui a causa dei costi eccessivi che porta con sè. Per quanto riguarda la partita più propriamente del Comune di Trento, sulle grandi opere, il vicesindaco Paolo Biasioli, a margine di un recente convegno sugli investimenti pubblici per la casa, ha chiarito che si dovranno rivedere due progetti bandiera delle precedenti giunte comunali.
Da riconsiderare, nella revisione del Piano regolatore comunale che prenderà corpo a partire dal prossimo anno, ci sono, secondo il vicesindaco, il progetto del boulevard di Busquets da realizzarsi attraverso l'interramento della ferrovia, e la prospettiva del sistema di metropolitana di superficie su gomma denominato Val (Veicolo automatico leggero). Per il primo i costi stimati iniziali erano di 500 milioni di euro che, in tempi di revisione della spesa e di riduzione delle disponibilità pubbliche, appaiono eccessivi per le casse comunali e provinciali. Anche per la Val, che doveva costituire la spina dorsale del trasporto pubblico della città e dei sobborghi, i costi elevati di realizzazione rappresentano la ragione per un probabile de profundis politico.
Per quanto riguarda le strade da realizzare e le funivie che sono state annunciate nella scorsa legislatura, molto resta ancora da definire. A rischio, per i costi di gestione che comporta, c'è l'impianto funiviario a San Martino di Castrozza. Per il costo elevato, 100 milioni di euro, la circonvallazione di Campitello di Fassa.