Furto di formaggi a caciotte della val di Fassa, casaro assolto
Si è chiuso in Tribunale a Trento con un’assoluzione «perché il fatto non sussiste» il procedimento penale che vedeva un casaro accusato di furto di formaggio. L’uomo, ex dipendente del Caseificio sociale val di Fassa, era accusato di aver sottratto preziose forme (caciotte, ma anche «Dolomiti» e «Stica»). Al termine di un processo con rito abbreviato condizionato, il giudice Enrico Borrelli ha assolto l’imputato.
La difesa, sostenuta dall’avvocato Monica Baggia, aveva depositato indagini difensive, in particolare le deposizioni dell’ex presidente e di alcuni dipendenti del caseificio con sede a Pozza di Fassa, per dimostrare che era prassi consolidata che i dipendenti potessero trattenere e portare a casa il formaggio invecchiato male, e dunque non più commerciabile, ma ancora commestibile.