«Tesero, la pista ciclabile sulla statale è un azzardo»
Fa discutere a Tesero la proposta di realizzazione di una nuova pista ciclopedonale che colleghi Cavalese con Tesero, attraversando la zona artigianale di Piera. A dire il vero, di una possibile ciclabile si parla da anni, ma la scelta progettuale emersa di recente fa discutere e suscita non pochi interrogativi. Sul problema, prende posizione forte il gruppo di minoranza della lista «Uniti per crescere», guidata dall’ex vicesindaco Alan Barbolini, d’accordo per l’iniziativa ma molto critico sul tracciato, del quale si è già parlato nella seduta del consiglio comunale del 20 ottobre scorso, quando erano state rese note le caratteristiche del percorso, indicato come «definitivo» dall’Agenzia Provinciale per le Opere pubbliche, e, si sottolinea in un comunicato diffuso in questi giorni, «è partito anche l’iter per avviare la procedura degli espropri delle aree interessate».
Il progetto prevede la partenza della ciclabile dalla zona del palaghiaccio di Cavalese, con discesa fino a mezza costa lungo il percorso della vecchia ferrovia Ora-Predazzo (dismessa nel 1963), risalita verso le frazioni di Marco e Piera, prosecuzione a valle della statale 48, con passaggio sotto l’azienda Tomaselli (inizialmente era prevista addirittura a monte di questa struttura, ma poi si è capito che tale soluzione avrebbe creato non pochi problemi, di accesso alla ditta e di parcheggi) e quindi innesto nella statale all’inizio dell’abitato di Tesero, nei pressi della ditta Frade, con la prospettiva quindi di attraversare il paese occupando parzialmente la stessa statale.
Soluzione già criticata in consiglio comunale anche da Danilo Vinante, componente della lista di maggioranza, per il quale (verbale del 20 ottobre) «non poteva essere condiviso che si pensi di fare un tratto di ciclabile in fregio alla SS 48, da Piera all’inizio di Tesero, disinteressandosi del problema dell’innesto sulla viabilità nell’abitato». Osservazione alla quale aveva risposto il vicesindaco Giovani Zanon, condividendo il progetto della Pat, «anche, se non ci sono altre possibilità, con il restringimento della carreggiata a disposizione dei veicoli a motore per far posto alla ciclabile» e ritenendo «non ipotizzabile realizzare la ciclabile su altri tracciati perché deve essere il più possibile senza dislivelli in modo da poter essere abitualmente utilizzata per gli spostamenti in bicicletta». Ora i consiglieri del gruppo di minoranza si dichiarano «decisamente sconcertati dal fatto che il progetto sia assolutamente incompleto, non prenda in considerazione le problematiche che si verranno a creare nell’innesto sulla statale 48, all’ingresso dell’abitato, e non si spieghi neanche come avverrà il passaggio tra gli edifici, strade o incroci che ci sono a Piera».
Vengono anche richiamate le disposizioni del Codice della Strada, che, si ricorda, «prevedono delle specifiche restrizioni sull’utilizzo della sede stradale in maniera promiscua tra velocipedi e mezzi a motore, visto che, come recita il Codice stesso, i percorsi promiscui sono gli itinerari a maggior rischio per l’utenza ciclistica». La conclusione è perentoria: «E ovvio che riteniamo questo progetto un azzardo, poichè pericoloso e incompleto per permettere un vero utilizzo quotidiano dell’opera, soprattutto da parte delle famiglie, anche con bambini. Già ora la carreggiata della statale 48 è stretta, specie quando si incrociano pulman e mezzi pesanti all’interno dell’abitato. Chiediamo quindi che, alla luce di tutto ciò, venga rivalutata la fattibilità del progetto, individuando tracciati migliorativi ed evitando di spendere denaro pubblico per opere secondo noi inefficienti, pericolose ed incomplete». Il discorso sembra tutt’altro che chiuso.