Marmolada: Sass del Mul-Serauta non si può fare
«Il progetto proposto dalla società Marmolada srl per il rilascio di una concessione di linea funiviaria in servizio pubblico, denominata Sass de Mul - Serauta, da realizzarsi mediante una funivia bifune a va e vieni in località Marmolada, nel Comune di Canazei, non essendo conforme agli strumenti urbanistici in vigore (...) non è meritevole di accettazione e deve essere pertanto denegato».
Con queste parole il Dirigente del Servizio provinciale conclude la determina nella quale si dice no all’impianto che la società Marmolada dell’ingegner Mario Vascellari avrebbe voluto realizzare.
Un «no» che arriva dopo anni di polemiche, discussioni e vicende giudiziarie, l’ultima delle quali era approdata al Tribunale amministrativo (Tar) di Trento che aveva intimato alla Provincia di concludere l’iter previsto dalla legge circa il progetto presentato.
La Provincia di Trento infatti, non aveva risposto all’istanza della Società Impiantistica perché la Giunta provinciale ancora nel 2015 aveva deliberato che gli interventi di manutenzione e razionalizzazione degli impianti e delle strutture esistenti, legati alla pratica dello sci, e gli interventi di valorizzazione ambientale e culturale, anche a fini turistici, della Marmolada, «sono subordinati - si legge nella determina - alla sottoscrizione di un accordo tra la Provincia Autonoma di Trento e la Regione Veneto, per definire gli impegni reciproci al fine della realizzazione degli interventi previsti... accordo che ad oggi non è stato ancora formalizzato e la realizzazione dei singoli interventi sulle infrastrutture sciistiche e nello specifico la realizzazione dell’impianto Sass del Mul - Serauta, non risulta quindi compatibile urbanisticamente e paesaggisticamente rispetto al quadro delineato dal Piano urbanistico provinciale...allo stato attuale, non sussistono i presupposti delineati dalla disciplina del Piano urbanistico provinciale per assicurare la compatibilità urbanistica e paesaggistica dell’intervento in argomento». Il motivo del mancato accordo tra Trentino e Veneto riguarda l’annosa questione dei confini della Marmolada che nei mesi scorsi è tornata in auge ed è finita a Roma in una rinione ministeriale con le parti in causa senza peraltro che ci sia ancora una risposta certa.
L’area interessata agli impianti è infatti contesa tra Trentino e Veneto anche se il Servizio Catasto della Provincia, interrogato dal Servizio Impianti a fune e piste da sci, ha comunicato che «da una sovrapposizione della cartografia catastale attuale con la Carta Tecnica provinciale e le ortofoto della zona, appare evidente che l’immobile della stazione di arrivo in località Serauta della funivia Malga Ciapela ? Punta Rocca, si posiziona quasi completamente in territorio trentino, tranne un angolo a sud-est. Considerando che la stazione di arrivo del nuovo impianto, oggetto del presente provvedimento, viene ad essere posizionata sul declivio del versante nord, nord - ovest dell’attuale stazione di arrivo, in località Serauta, della funivia che sale da Malga Ciapela, appare evidente come l’impianto in questione sia localizzabile completamente in territorio trentino».
L’impianto non piace affatto ai fassani perchè rischia di trattenere tutti gli sciatori in quota «con la inevitabile richiesta del raddoppio della funivia per Punta Rocca e ridurrà al lumicino il flusso dei turisti nei rifugi bellunesi della val Pettorina fino a Malga Ciapela», dice un imprenditore della zona.
Il progetto previsto dalla Marmolada srl si attesta sui 6,5 milioni di euro con 3 milioni che sono già arrivati dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione.
Il sindaco di Canazei Silvano Parmesani, sgombrando ogni dubbio circa il fatto che l’area della funivia è trentina come sostenuto in tutte le sedi, ribadisce la sua posizione e cioè che la discussione deve essere politica e in quella sede si dovrà trovare anche una soluzione.
«La Provincia è stata coerente e adesso l’importante è che nessuno sulla vicenda Marmolada, pensi di fare da solo. Bisogna, invece, trovare una soluzione di valorizzazione e, quindi, di investimenti, che sia realmente condivisa».