Fedaia, il lupo all'attacco fa strage di pecore
Una coppia di lupi sta tenendo sotto scacco gli allevatori che hanno portato i loro animali all’alpeggio a Passo Fedaia. I predatori hanno attaccato a più riprese le pecore del pastore di Cavalese Marco Demattio, conosciuto come «Scota» (nella foto di Alberto Pattini), oltre a quelle di un collega di Arabba. Tra l’Alta val di Fassa e il Fodom i predatori hanno ucciso oltre trenta capi.
«Quest’anno la stagione non sta andando bene - ha confessato Demattio alla giornalista Virna Pierobon, che ha postato il video dell’intervista su Facebook -. Ho visto il lupo a Porta Vescovo questa mattina alle 7.45, dove ha ucciso una delle mie pecore, mentre ne ha lasciata andare una seconda. Da inizio stagione ne ho prese 8 e ne mancano altrettante».
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Scota non perde il suo sorriso buono che si apre nella barba folta color paglia e fieno. E’ un fatalista, ma confessa che se a inizio stagione avesse saputo cosa lo avrebbe aspettato in quota, non sarebbe certo salito al rifugio Viel del Pan (letteralmente “sentiero del pane”), che segue la catena montuosa - a quota 2.400 metri - che separa il gruppo del Sella dalla Marmolada. Le fototrappole posizionate dai forestali trentini hanno ripreso i due lupi aggirarsi in zona. Si tratta di un maschio e una femmina, che secondo alcune informazioni sarebbe zoppa e a differenza dell’animale che si aggira sul monte Baldo non sarebbe incinta. Le guardie che controllano i monti dell’Alta val di Fassa non si aspettano quindi nuove cucciolate. L’assessore Michele Dallapiccola è al corrente della situazione.
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Intanto, l’Unione allevatori delle valli di Fiemme e Fassa esprimono la propria preoccupazione attraverso il loro presidente Mauro Moresco: «Difficilmente in alpeggio i nostri animali possono essere chiusi in un recinto, specialmente le manze. L’auspicio è che la Provincia intervenga con controlli continui e che ci tenga aggiornati sull’evolversi della situazione sulle nostre montagne».
Quest’estate Demattio ha portato a passo Fedaia circa 200 animali. «Quando ho subìto il primo attacco le pecore non erano state recintate, ma ora la Provincia mi ha fornito un recinto elettrificato alto due metri e mezzo, per evitare che il lupo possa saltarlo». Il pastore convive con la paura che i suoi animali vengano uccisi dal feroce predatore, mentre lui dorme in frugali baracche di legno: «Ogni notte si aggira attorno alla baita. Mi sveglio appena sento i cani abbaiare, esco e punto la luce della torcia verso di lui. Così lo allontano». L’uomo ha assistito alla ferocia con cui il lupo ha ucciso i suoi animali: «Ne ho visto uno, non so se siano di più. E’ più grande dei miei cani, secondo me si tratta di un maschio adulto».
I forestali hanno prelevato le tracce lasciate sulle carcasse delle pecore e gli escrementi trovati sul posto. Al collega Sepp di Nova Levante sono state predati un totale di 12-14 pecore a inizio luglio e altri tre lo stesso giorno in cui Dematteo ha perso i suoi animali. Il pastore fassano rimarrà al passo, ma tornerebbe volentieri a valle: «Ho speso 1.500 euro per il trasporto degli animali quassù, ma se me li restituissero andrei subito via». Andrebbe al mare? «No – sorride – è troppo presto per il mare. Andrei in Val d’Adige, dove ero prima. Avessi saputo della situazione che avrei trovato non sarei certo salito al passo. In sette anni non era mai accaduto nulla, ora è un disastro».